Bahar Kimyongur, attivista e giornalista belga di origini turche, si trova da mesi in soggiorno obbligato a Massa. Aspetta la decisione dell'Italia sulla richiesta di estradizione avanzata dalla Turchia. Arrestato il 21 novembre scorso all'arrivo all'aeroporto di Bergamo, è stato in carcere per 13 giorni. L'accusa? Nel 2000 egli inscenò una protesta, senza violenza, nel Parlamento europeo davanti al ministro degli affari esteri turco, accusandolo di crimini nei confronti dei detenuti politici. Kimyongur è noto per le sue ricerche e analisi circa il ruolo della Turchia che nella guerra in Siria appoggia formazioni islamiste.
Mercoledì 5 marzo, a Roma, alle ore 11 mentre la moglie di Bahar cercherà di incontrare il ministro della Giustizia Orlando che ha il dossier nelle sue mani, a piazza Cairoli a Roma si terrà un sit-in di solidarietà organizzato dal Comitato libertà per Bahar e da Rete No War.