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Caso Bonsu, i vigili urbani condannati chiedono il risarcimento al Comune
Fonte: Il Fatto Quotidiano, 8 gennaio 2014
8 gennaio 2014

È il 29 settembre 2008 quando un ventiduenne di colore, scambiato per la vedetta di uno spacciatore, viene fermato in un parco a Parma. Lo studente Emmanuel Bonsu Foster denuncia ai carabinieri di essere stato inseguito e pestato all'uscita dai corsi serali che frequentava. Ammanettato, era stato caricato su un'auto di servizio, picchiato di nuovo e portato nella caserma di via del Taglio, dove erano continuate violenze e aggressioni verbali di stampo razzistico per spingerlo a confessare quanto non aveva fatto. Anche fotografato con un cartello al collo. Per quell'episodio vengono condannati (violenza aggravata dalla discriminazione razziale) 8 vigili urbani, con pene tra i 7 e i 3 anni e mezzo. Uno pensa: ovvio che siano stati licenziati. No, non è andata così. Sono stati demansionati e spogliati della divisa, ma riassunti dal Comune di Parma. D'altronde è la sentenza di primo grado. Ma a tre degli ex vigili non è andata giù bene neanche così e hanno chiesto i danni al Comune per il demansionamento. Causa civile e risarcimento danni. Anche contro la Prefettura e il Comando di polizia municipale per "ottenere il risarcimento del danno derivante dalla perdita di status di agente di pubblica sicurezza, che garantisce una relativa indennità economica sospesa da luglio 2012 dopo la revoca delle qualifiche". E la vicenda non è finita qui. Ci saranno i processi di Appello e Cassazione, ma pendono ricorsi al Tar. Una vicenda senza fine che il ragazzo, oggi diventato adulto, chiede solo di poter dimenticare.