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Londra, la polizia privata imbroglia e uccide
Checchino Antonini
Fonte: Liberazione
12 luglio 2013

Il Serious Fraud Office, l'ufficio per le frodi gravi, è stato chiamato dal governo britannico per indagare la società privata G4S per il sovraccarico di decine di milioni di sterline sui contratti per il braccialetto elettronico. Il segretario alla giustizia, Chris Grayling, ha detto di aver trovato le fatturazioni anche per tracciare i movimenti di persone morte o di gente rientrata in carcere oppure rimpatriata. Tracce di servizi mai erogati sarebbero rintracciabili almeno dal 2005 se non addirittura dal '99.

Grayling ha detto ai Comuni di aver preso la decisione dopo che la G4S ha rifiutato di cooperare a una verifica legale volontaria delle proprie modalità di fatturazione e di ritirarsi dall'asta per la prossima tornata di contratti del valore di oltre 1 miliardo di sterline, cosa che invece ha fatto Serco, un altro dei fornitori più grandi e più importanti del governo.

Ma la G4S è nell'occhio del ciclone anche per l'omicidio di un detenuto che stava per essere deportato, nell'ottobre del 2010, con un volo della British Airways. Jimmy Mubenga, angolano, era un padre di cinque figli, viveva a Londra da sedici anni. Tre guardie della ditta di security lo hanno trattenuto per più di tre quarti d'ora in una posizione nota per causa asfissia. Lo hanno ammazzato come in Italia è capitato a Federico Aldrovandi, a Michele Ferrulli, o a Riccardo Rasman, morti mentre erano "contenuti" dalle forze di pubblica sicurezza.

E come i loro familiari anche Adrienne Kambana, vedova di Jimmy Mubenga, s'è trovata a dire: «Abbiamo bisogno di giustizia. La giustizia aiuterà Jimmy a riposare in pace. Questo consentirà di evitare che questa situazione si ripeta. La giustizia proteggerà le persone in futuro». Ma la domanda che la arrovella è perché nessuno sia intervenuto per interrompere il trattamento feroce. Un passeggero ha detto cose già sentite a Ferrara durante il caso Aldrovandi: «Mi sentivo molto turbato dal modo in cui i due uomini agivano. Ma ero sicuro che fossero poliziotti e mi aspettavo che sapessero quello che stavano facendo».

L'organizzazione Woman's global strike ha seguito il processo rivivendo con la famiglia il dolore e la sofferenza della vedova e della famiglia. Martedì scorso la Corte ha deliberato solo una revisione delle tecniche di contenimento dei deportati.

Sul Guardian, il commento di Nadine El-Enany è stato: «L'elefante nella stanza è che la deportazione dei migranti contro la loro volontà è impossibile in assenza dell'uso della forza. E' ingenuo pensare che l'espulsione può mai essere un'impresa pacifica. La rimozione forzata di una persona dal territorio di uno Stato è sempre un atto violento».

Nell'inchiesta è venuto fuori che l'equipaggio della British Airways eseguiva le "procedure di sicurezza" di routine mentre Mubenga gridava aiuto, dicendo che non riusciva a respirare. Diceva: «Mi stanno uccidendo!». Anche Michele, Federico e Riccardo chiedevano aiuto. Anche Stefano Cucchi.

L'equipaggio ha trasferito i passeggeri lontano da Mubenga. Uno di loro che ha cercato di avvertire il pilota è stato zittito e ridicolizzato. Però ha rifiutato di essere messo a tacere e ha denunciato le guardie G4S che esibiscono menzogne e comportamenti delinquenziali.

Gli operatori della G4S hanno incentivi finanziari per mantenere i detenuti tranquilli e ottengono un bonus per ogni "deportazione con successo". I testimoni raccontano di energumeni razzisti che fanno battute razziste al cellulare contro negri, immigrati e musulmani. Uno di loro parlava dei detenuti come di animali.

La polizia inglese non ha raccolto subito le loro dichiarazioni ma ha permesso loro di lasciare la scena del delitto. Sotto choc i passeggeri, uno di loro, in colpa per non aver saputo intervenire, ha detto che la scena vista lo avrebbe perseguitato per tutta la vita. La negligenza della polizia anche nella raccolta delle dichiarazioni dei testimoni ha consentito ai legali dei vigilantes di mettere in dubbio la prova cruciale. Il giorno dopo, infatti, alcuni dei testi hanno ricordato con alcune omissioni e imprecisioni i fatti legati alla morte del deportato. Anche l'Home Office, il ministero degli Interni, ha rilasciato dichiarazioni fuorvianti sul caso.

Gli orrori dell'inchiesta rivelano che la G4S è una «multinazionale di teppisti», come la definisce l'organizzazione femminista e antirazzista britannica: G4S fornisce anche servizi nelle prigioni israeliane, dove la tortura dei prigionieri palestinesi, compresi i bambini, è stata ampiamente e accuratamente documentata. Questa è la società che il governo britannico ha scelto per fornire servizi alle vittime di stupro e gestire i centri di espulsione.

«Se gli assassini di Jimmy Mubenga non saranno perseguiti poi richiedente asilo sarà a rischio e ogni vita sarà svalutata. Se sarà consentita un'uccisione come questa, il Ministero degli Interni si sentirà in grado di utilizzare le aziende come G4S per uccidere chiunque di noi», avvertono le donne di WGS.

La violenza nella deportazione si estende ben oltre le azioni delle guardie di sicurezza. Sia fisica che psicologica, varia secondo il grado di integrazione, l'esistenza di membri della famiglia e l'abuso fisico inflitto nel corso della rimozione del deportato. Il verdetto Mubenga arriva sulla scia della decisione del Ministero dell'Interno di deportare Trenton Oldfield, l'attivista australiano che ha interrotto l'anno scorso la regata sul Tamigi, la Boat Race. Come uomo bianco e personalità ben nota, Oldfield è improbabile che sia a rischio di trattamento violento riservato ai migranti neri. Ma anche la sua deportazione sarà comunque violenta. Di tutto ciò, nel Regno Unito esiste un repertorio impressionante.

«Il verdetto Mubenga ha frantumato l'illusione che le persone in uniforme sappiano sempre cosa stiano facendo e siano degni di fiducia scrive ancora la commentatrice del Guardian - si è anche dimostrato che non vi è alcuna base per l'ipotesi che l'espulsione sia una legittima e pacifica attività dello Stato». Ma le politiche sicuritarie pesano sempre di più anche nelle urne di Sua Maestà britannica e i migranti sono facili capri espiatori anche su quella sponda della Manica. Così, la politicizzazione delle politiche di immigrazione crea zone opache e terreno fertile per l'odio razziale.