«Voglio tornare per rendermi conto di persona, di quanto sia stato modificato e distrutto il paesaggio di quella zona. Voglio tornare per guardare di nuovo in faccia l'imponente apparato della militarizzazione, responsabile, tra le altre cose, anche della mia caduta. Vorrei che questo fosse un giorno speciale, per me e per tutti, per lasciarsi alle spalle i traumi inevitabili di quel 27 febbraio. Vorrei che fosse un segnale di riscossa popolare...».
Sei mesi dopo l'incidente, Luca Abbà torna in Clarea, lo scorcio della Val Susa dove insiste il "non cantiere", l'area blindata e militarizzata dove si mimano i lavori per il tunnel della Torino-Lione ad uso e consumo della Commissione europea che deve sganciare i fondi. Il 27 febbraio scorso, Abbà, contadino che difendeva la terra che gli dà da vivere, torna dopo sei mesi sul luogo nevralgico della resistenza popolare a una grande e devastante opera, il Tav. Succederà il 29 settembre, in fondo a un'estate, l'ennesima che ha visto la vivacità del movimento pluridecennale capace di inventare una desiderabilità dell'azione collettiva sconosciuta ad altri movimenti.
Abbà era salito su un traliccio dell'alta tensione, inseguito dai "Cacciatori di Calabria", una specie piuttosto aggressiva di carabinieri. E' stato intorno alle 8: la polizia in assetto antisommossa è uscita dalle reti ed ha circondato la Baita Clarea intimando ai No Tav di andarsene. Volevano prendersi la Baita e occupare l'intera zona per avviare i lavori del tunnel geognostico propedeutico al temuto tunnel ferroviario. Luca viene obbligato a salire più in alto, cade da una decina di metri dopo essere stato folgorato. Dopo 45 minuti non era ancora arrivato l'elisoccorso. La polizia impedisce ai compagni di Abbà avvicinarsi e crea difficoltà perfino a una dottoressa che prova a soccorrere Luca. Il contadino tornerà a casa dopo 109 giorni di «detenzione ospedaliera» ma avrebbe dovuto sostenere un programma di fisioterapia.
Ora, finalmente, è lui a lanciare l'idea di un appuntamento «che dia il senso della determinazione dei valsusini a continuare la lotta per difendere il territorio dalle brame distruttrici. Mi piacerebbe che quel giorno ci fosse tanta gente ad accompagnarmi nel ritorno sotto il traliccio ormai famoso» L'appuntamento è fissato per sabato 29 settembre alle ore 14.30 presso il campo sportivo di Giaglione. Da lì si partirà insieme per una passeggiata verso il cantiere Tav in Clarea. Abbà ne è certo: «Sarà una sorta di "ritorno al futuro"».