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In migliaia sfilano a Firenze tra canti, slogan e preghiere
Stefano Galieni
Fonte: Liberazione, 18 dicembre 2011
18 dicembre 2011

Alcuni si sono radunati in Piazza Dalmazia nei giardini dietro il mercato, hanno steso i tappeti e iniziato la lettura del Corano per Samb Modou e Diop Mor, uccisi a sangue freddo da un razzista che è comodo definire folle, pregando per i 3 feriti e perché l'odio che attraversa questo Paese si interrompa. Sul luogo della strage i fiori e i biglietti portati da antirazzisti giunti da tutta Italia.
Alle 15, è partito il corteo fiorentino, in cui echeggiavano solo canti, preghiere e slogan contro il razzismo. Erano almeno 30 mila, arrivati da molte città, per dire che almeno ora la comunità senegalese non sarà lasciata da sola. In prima fila gli amici delle vittime che portavano le foto dei defunti, su un cartello la foto della moglie e della figlia di Modou e la scritta "Tredici anni senza vedere la sua famiglia e il suo sogno si è fermato il 13 dicembre". Su un altro, una domanda: "Perchè ha scelto solo i senegalesi al mercato?". Poi striscioni contro il razzismo e i gonfaloni della Regione Toscana e della Provincia di Firenze e di Prato. Non c'era quello del Comune ma era presente il sindaco Renzi che ancora parla di follia individuale, con lui sono transitati nella manifestazione leader politici come Bersani, Bindi e Vendola. Presente anche il presidente della Regione Toscana, Rossi e numerosi assessori.
«Una manifestazione di popolo» racconta Paolo Ferrero, segretario del Prc, che nel corteo è rimasto fino alla fine e che è stato fra i pochi ad intervenire dal palco in una P.zza S. Maria Novella strabordante. «La richiesta che vogliamo fare oggi alla politica, che ha molte responsabilità, è di voltare pagina. Questa nostra tragedia deve segnare il risveglio della coscienza politica - ha detto Pape Diaw, portavoce della comunità senegalese di Firenze -. Bisogna lavorare per la convivenza pacifica e il rispetto delle persone. Ma deve essere una lotta vera, non di facciata. Non si può andare in televisione e insultare gli stranieri e bisognerebbe punire chi veicola l'ideologia razzista». Anche per il presidente della Regione Toscana non si può parlare di follia: «Questo è il prodotto di una cultura e di una tolleranza verso ideologie xenofobe e razziste - ha affermato. Bisogna combattere e reagire su più fronti, politico e culturale. Ripulire il linguaggio da parole come "extracomunitario" , "vù cumprà", "clandestino"». Rossi ha chiesto agli amici senegalesi di restare in Toscana per divenire cittadini e costruire insieme un futuro. Ferrero dal palco ha detto, rivolgendosi alla comunità senegalese che: «La nostra e la vostra battaglia sono una sola. Dobbiamo lottare insieme per l'abolizione della Bossi Fini e del reato di clandestinità, per il diritto di voto e per il diritto di cittadinanza di chi nasce o cresce in Italia - ha concluso, ammonendo come non sia tollerabile una destra razzista che si presenta o con gli slogan della Lega Nord o che abbia legami con realtà come Casa Pound che vanno chiuse».
Rifondazione e la FdS erano presenti in massa dietro a un grande striscione recante la scritta "Firenze medaglia d'oro della resistenza, antifascista e antirazzista". Forte anche la presenza delle Brigate di solidarietà attiva. Numerose manifestazioni si sono tenute anche in altre città italiane: a Bologna, a Torino, a Milano dove almeno in mille hanno sfilato da Piazzale Loreto alla Stazione, a Caserta, Salerno e a Napoli dove una delegazione della comunità senegalese ha incontrato il ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri per esprimere le proprie preoccupazioni tanto per il razzismo diffuso quanto per le leggi che regolano la presenza in Italia. A Cosenza l'episodio più inquietante, al termine di un presidio davanti la prefettura: una pattuglia della polizia ha fermato e trattenuto un ragazzo senegalese, in regola, con decreti di espulsione rigettati e conosciuto come giocatore di calcio di una squadretta locale. Soltanto dopo l'intervento del sindaco si è ottenuta in maniera compromissoria la liberazione del ragazzo su cui ora pesa una nuova espulsione. Da notare come anche Casa Pound abbia voluto manifestare per prendere le distanze dai crimini del proprio militante, optando per una manifestazione a Bari con un momento di "raccoglimento", ma rifiutando ogni accenno di scuse per responsabilità di cui non si sentono chiamati a rispondere.