Al senatore Enrico Musso che mi ha onorato di una risposta (Repubblica 11-7-2011), risponderò più in là per ovvi motivi; ora mi preme dedicare questo poco spazio alla mia città, a Genova, che vive il mese di luglio di ogni anno come un appuntamento di morte e anche una sorgente di vita. Specialmente in questo anno 2011 che conta il decennale del G8 del 2001. Avremmo dovuto celebrare questa ricorrenza come un fattore di crescita democratica e come svolta nella politica della interdipendenza tra Occidente e Paesi emergenti perché qui, a Genova, Berlusconi a nome del suo governo, promise solennemente, come solo uno spergiuro di professione sa fare, lo 0,7% del Pil ai Paesi del Terzo Mondo. Sappiamo che quella promessa non è mai stata mantenuta, ma di quella promessa lo spergiuro si fece vanto davanti al papa e in ogni occasione propizia.
Genova celebra il decennale del suo stupro democratico, perché un governo della Repubblica italiana cercò deliberatamente lo scontro e la violenza, non ostacolando i Black bloc, ma compiacendoli per creare disordine e potere intervenire, mostrando i muscoli della mascella autoritaria con l´obiettivo di dimostrare a tutti gli avversari del governo dell´osceno Berlusconi, il pugno di ferro dell´autoritarismo fascista.
Le "forze dell´ordine" (espressione che è un insulto all´intelligenza) aggredirono scientemente la città, i suoi abitanti, i dimostranti pacifici senza distinzione. Volevano la forza, volevano il bottino di guerra e li hanno ottenuti. Il governo ha dichiarato guerra ad una città, a Genova, città martire della Resistenza e città antifascista per vocazione e storia, i cui liberi cittadini ha chiuso nelle gabbie, ha dichiarato suoi nemici i manifestanti democratici, ha sospeso la democrazia, e, non pago, ha violentato tutta la città circondandola, assaltandola, calpestando i diritti costituzionali.
Le forze del disordine hanno ucciso Carlo Giuliani che voleva essere protagonista di un giorno di protesta memorabile per un mondo diverso, migliore e meno saccente contro un consesso di piccoli uomini arroganti che pretendevano di decidere le sorti dell´umanità, senza nemmeno permettere ai cittadini di esprimere la loro diversa idea alternativa. La morte di Carlo Giuliani è a carico del governo Berlusconi e della sua polizia che non si è limitata ad ucciderlo, ma lo ha anche violato, passando e ripassando con la camionetta sul suo corpo martoriato.
I protagonisti "istituzionali" che il tribunale ha riconosciuto colpevoli di violenze, soprusi, falsificazioni di prove, false testimonianze, cioè colpevoli di tradimento della Costituzione e della Democrazia che avrebbero dovuto difendere, nel decennale dell´orrore sono tutti in carriera, promossi e premiati, compreso il medico macellaio, onorato e gratificato con aumento di stipendio perché timbra il cartellino senza sforare un secondo.
Nel decennale della morte di Carlo Giuliani, governa ancora Berlusconi, riconosciuto formalmente corruttore e corrotto, denigrato in tutto il mondo come macchia perenne dell´Italia degli onesti. Da lui non abbiamo da imparare niente, solo il senatore Enrico Musso, unico illuso in tutta la città, credette per un certo tempo al suo «programma liberale» e riformatore.
Dal luglio 2001 e dalla morte di Carlo Giuliani, nacque a Genova la speranza di un sogno: nel suo nome iniziative e progetti portati avanti orgogliosamente dai suoi genitori e amici e Genova si scopre caparbia e «Superba Città dei Diritti» che ogni anno per una settimana nel mese di luglio innalza la fiaccola della Dignità e della Democrazia, dei diritti dei cittadini e dei doveri dello Stato che difenderemo anche a costo della vita.