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"Verità e giustizia" all´attacco: "Esemplari le parole del procuratore Di Noto, lo Stato chieda scusa"
Marco Preve
Fonte: Repubblica Genova, 12 luglio 2011
12 luglio 2011

Il medico aguzzino di Bolzaneto incompatibile con il servizio sanitario pubblico. Lo sostengono due consiglieri regionali. Nei giorni scorsi Repubblica ha rivelato che la retribuzione di risultato, ovvero il riconoscimento dell´efficienza, è stato riconosciuto dall´Asl 3 anche a Giacomo Toccafondi, medico ritenuto civilmente responsabile, nel processo di secondo grado, per gli abusi e le umiliazioni subite da decine di detenuti del G8 nel carcere di Bolzaneto. Oggi in consiglio regionale si discuterà un ordine del giorno presentato dal vice capogruppo del Pd Valter Ferrando, e dal consigliere regionale di Sinistra Ecologia e Libertà, Matteo Rossi.
«Riteniamo questo fatto gravissimo - affermano Ferrando e Rossi - e chiediamo al Presidente Burlando e alla Giunta di verificare al più presto i presupposti sulla base dei quali tale comportamento non si configuri come incompatibile con l´esercizio della professione medica in una struttura pubblica».
«Toccafondi - sottolinea un comunicato di Sel a firma anche di Simone Leoncini e Roberto Demontis dirigenti del partito di Vendola - tradendo il giuramento di Ippocrate, non solo non lenì le sofferenze di persone che avevano già subito violenze e persino torture, ma se ne rese complice». Tutti chiedono all´assessore Claudio Montaldo d´intervenire chiarendo l´accaduto.
Sempre sul fronte G8, dopo l´intervista al nostro giornale del procuratore generale Luciano Di Noto che ha stigmatizzato la mancata assunzione di responsabilità dei vertici della polizia e dello Stato per le violenze, i falsi e gli abusi commessi alla Diaz e a Bolzaneto, si rivolgono agli stessi soggetti per chiedere un atto di coraggio Enrica Bartesaghi e Lorenzo Guadagnucci del Comitato Verità e Giustizia per Genova: «Il procuratore generale Di Noto - scrivono in una lettera - ha detto parole molto chiare sul comportamento tenuto dalle istituzioni pubbliche in merito agli abusi di potere, i falsi, le calunnie, le violenze attribuiti alle forze di polizia durante il G8 di Genova. Sono parole importanti, dato il ruolo e il prestigio personale di chi le ha pronunciate. Secondo Luciano Di Noto, di fronte ai fatti avvenuti alla scuola Diaz e nella caserma di polizia di Bolzaneto, qualcuno doveva chiedere scusa e chi aveva alte responsabilità doveva dimettersi. Da anni chiediamo le stesse cose - scuse e dimissioni - ma nessuno, ai vertici dello stato, ha mai avuto il coraggio di dare una risposta, nemmeno per dire un esplicito no... rifiutando, con una punta di vigliaccheria, una seria assunzione di responsabilità.... Quest´anno ricorre il decennale del G8 genovese ed è l´ultima occasione per rimediare... La prossima settimana, oltretutto, saranno a Genova molte delle vittime straniere di quegli abusi...».
Il Comitato lancia la sua proposta: «E´ arrivato il momento che il ministro dell´Interno, il presidente del consiglio, il presidente della Repubblica dicano una parola chiara e chiedano scusa a nome dello Stato. E´ una questione, ormai, di dignità delle istituzioni. Quanto alle dimissioni di chi aveva ed ha tuttora ruoli di alta responsabilità, vista la condotta pervicacemente tenuta in questi anni, ci pare pertinente la domanda posta da Luciano Di Noto: "E´ legittimo chiedersi: che polizia abbiamo?" La nostra modesta risposta è che abbiamo una polizia, o meglio un vertice di polizia, che ha mancato di rispettare i propri obblighi morali e civili di fronte ai cittadini e alla Costituzione».