L'annuncio è stato dato sul web, ma nel giro di poche ore si è diffuso in tutta la città: a Milano Forza nuova raddoppia grazie alla Giunta Moratti. Il 18 dicembre prossimo, al numero 19/20 di Corso Buenos Aires, il movimento neofascista inaugurerà la sua seconda sede meneghina in un immobile assegnato dal Comune. Mentre in tutta la città continuano gli sgomberi di alloggi popolari per far spazio alle speculazioni targate Expo, ai "fascisti del terzo millennio" è bastato definirsi "associazione culturale e sociale senza scopo di lucro" per partecipare e vincere l'asta promossa dalla Giunta. Per soli 19.250 euro, il movimento xenofobo e omofobo di estrema destra, nato nel '97 tra gli scissionisti della Fiamma Tricolore, si è aggiudicato una vetrina in pieno centro città. «Quella del Comune è stata una scelta consapevole», ha fatto notare Vladimiro Merlin, capogruppo per Rifondazione Comunista a Palazzo Marino, sottolineando «non è che si siano presentati sotto false denominazioni, il nome del partito è sempre stato in chiaro su tutti i documenti presentati per partecipare all'asta».
A dare l'annuncio sono gli stessi "camerati"- come senza pudore alcuno si definiscono sul loro sito - che il 24 novembre hanno pubblicato tutta la documentazione sul forum di area, Vivamafarka. In home page, a far bella mostra di sé c'è la scansione del documento del settore "Demanio e patrimonio del Comune", protocollato e con tanto di marca da bollo, con cui la Giunta Moratti ufficializza la «concessione di favore di Forza nuova dell'unità immobiliare di proprietà del Comune sita in Corso Buenos Aires 19/20 da destinare a ufficio (anche aperto al pubblico)». Un evento da festeggiare per i neofascisti milanesi, che dal web hanno già fatto partire una campagna a sostegno della nuova sede, che culminerà nell'inaugurazione, prevista per il 18 dicembre prossimo «dalle 15 fino a notte fonda». Si indigna l'Anpi locale, che con il proprio presidente Antonio Pizzinato ha sottolineato «se il Comune affitta a un partito che si richiama esplicitamente al fascismo, viola la Costituzione». Incredula Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di concentramento di Auschwitz, che in una telefonata a Radio Popolare ha dichiarato che «i neonazisti avrebbero dovuto sparire dalla storia e invece si riciclano, tornando fuori puliti e lavati come quando la mafia lava i soldi e apre un'attività commerciale». Amaro anche il commento di Alessio Marconi, attivista del Dimitrov, uno degli storici circoli di Rifondazione nel capoluogo lombardo, da oltre un anno in lotta contro lo sfratto. «Siamo di fronte all'ennesima vergogna della Giunta Moratti. E' uno scandalo che il Comune continui a finanziare iniziative di estrema destra, fornendo loro anche le sedi, mentre abbandona l'edilizia pubblica e attacca gli spazi sociali come in via Solari 40», ha commentato. Situato nel primo quartiere operaio milanese, "l'Umanitaria", un grande caseggiato popolare abitato dagli operai che di giorno lavoravano nella vicina acciaieria, oggi dismessa per far sorgere il grande colosso dell'Art Design "Associazione Rosso Pomodoro", il Dimitrov era il punto di riferimento per oltre 500 lavoratori. La chiusura della fabbrica ha svuotato il circolo e il quartiere, che oggi è al centro degli appetiti degli speculatori. «Siamo nel cuore di Zona 6, a due passi dal quartiere Tortona. Qui gli appartamenti vengono venduti a 6mila euro al metro quadro, il Comune sta facendo di tutto per mandar via gli inquilini. Nel quartiere Umanitaria, da decenni non vengono più assegnati appartamenti, quelli rimasti vuoti vengono murati e ci si rifiuta di portare avanti i lavori basilari di riqualificazione. Abbiamo cercato di aprire la trattativa con il Comune, ma a quanto pare non godiamo dello stesso grado di attenzione che la Giunta concede ai neofascisti di Forza Nuova». Respinge al mittente proteste e polemiche il portavoce di Fn, Marco Mantovani: «Al contrario di altri noi non abbiamo l'abitudine di occupare illegalmente gli spazi. Chi in nome dell'antifascismo vuole impedirci di esprimerci, utilizza i metodi fascisti della violenza e dell'intimidazione, come quella che ha costretto recentemente Piero Sansonetti ad annullare la sua partecipazione a un nostro dibattito». A spalleggiarlo, Marco Osnato, consigliere comunale Pdl, ex An e un passato tra le file del Fronte della Gioventù: «L'istruttoria per l'assegnazione è stata gestita in sede tecnica, e non politica, dagli esperti indicati dalla commissione consiliare Demanio - ha dichiarato - dunque si vede che Fn aveva i requisiti. In fondo Fn si presenta anche alle elezioni, anche se con poco successo. E poi Milano è già piena di sedi concesse a chi inneggia alla lotta violenta del proletariato contro il capitalismo, non penso che la nuova sede di Forza Nuova costituirà un pericolo per la democrazia».