Si deciderà in queste ore della scarcerazione di Stefano Gugliotta, il ragazzo di 25 anni, picchiato in strada da un gruppo di poliziotti e arrestato al termine della finale di Coppa Italia, vicino all'Olimpico.
Da mercoledì il ragazzo è rinchiuso in carcere perché, secondo la versione della questura di Roma, ha partecipato agli scontri fuori dallo stadio. Per oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale è da quattro giorni a Regina Coeli, dove, al termine di Roma-Inter sono stati portati altri dieci ultra giallo-rossi. Sarà il gip a stabilire, sulla base di una richiesta di scarcerazione depositata in Procura e al Tribunale del Riesame dall'avvocato del giovane, Cesare Piraino, se Stefano Gugliotta possa o meno tornare in libertà. "Mio figlio deve uscire da quel carcere - ha detto Raimonda, la mamma del ventenne-io sarò lì fuori dalle sette del mattino, voglio assolutamente vedere come sta. L'ho lasciato con la testa rotta, un sopracciglio spaccato, lividi sul corpo e due denti spezzati".
Intanto sono almeno tre i testimoni del pestaggio, fra cui uno degli autori dei video che hanno destato grande clamore, pronti a raccontare davanti a un magistrato quello che hanno visto. "Una scena tremenda che non dimenticherò facilmente - ha detto Maria Carmela Guarino, avvocato che vive nel quartiere - ho visto un ragazzo che cercava di difendersi mentre la polizia lo prendeva a manganellate. Mi sono molto spaventata e, dalla finestra del mio palazzo, li ho supplicati di smettere. Ho provato un senso di impotenza perché non potevo fare nulla per lui".
Il difensore della famiglia Gugliotta ha già depositato in Procura i filmati che stasera saranno mandati in onda dalla trasmissione "Chi l'ha visto". "È assurdo che proprio Stefano sia in carcere per scontri - ha raccontato la fidanzata Flavia - lui che non voleva mai accompagnarmi allo stadio perché temeva la violenza dei tifosi".