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«Un intervento di matrice razziale, umiliante ».
Laura Eduati
Fonte: Liberazione, 7 giugno 2008
7 giugno 2008

La voce di Giorgio Bezzecchi, al telefono dopo la schedatura del campo di Rogoredo (Milano) dove vive la sua famiglia, medaglia d'oro al valor civile, è calma e tragica allo stesso tempo. Bezzecchi è stato il primo sinti diplomato del Nord, è ricercatore universitario e musicoterapista, vicepresidente dell'Opera Nomadi Lombardia. Vive in una casa, ma ieri mattina alle cinque e mezza ha voluto stare al fianco del padre, giunto dalla Slovenia nel 1943, deportato a Tussicia dal regime fascista e poi miracolosamente tornato, a differenza del nonno che «fu portato a Birkenau ed è uscito dal camino». Una schedatura su base etnica che rispolvera terribili ricordi. Sessanta anni fa, ha scritto Bezzecchi in una accorata lettera di denuncia, usciva la rivista "La difesa della razza" di Guido Landri, furono approvate le leggi razziali e cominciarono i rastrellamenti. Ecco perché quello che è successo all'alba di ieri è «una vergogna».

Che cosa è successo?
Hanno fotografato le carte di identità. Dicono che sia un censimento, ma l'amministrazione sa perfettamente che esistiamo. Ho lavorato per 23 anni al Comune di Milano come responsabile dell'Ufficio nomadi, mi sono dimesso l'anno scorso in polemica con i patti della legalità e della socialità proposti da don Colmegna e accolti da Letizia Moratti.

Perché?
Si tratta di un intervento differenziale. Non si fanno i patti con le comunità ma con gli individui altrimenti si scade nel razzismo. E' umiliante chiedere ad un rom onesto di firmare un documento nel quale si impegna a non rubare.

Perché è così difficile trovare una soluzione?
Tutti sono d'accordo sulla tolleranza zero ma le istituzioni non propongono alternative a ventaglio e cioè l'inserimento nell'edilizia popolare o in altre strutture a seconda delle esigenze delle singole famiglie rom. Il campo non è una scelta ma una soluzione trovata dalle amministrazioni per concentrare rom e sinti in un luogo controllabile.

Nel pacchetto sicurezza di Maroni si vorrebbe togliere la patria potestà alle donne rom che chiedono l'elemosina con in braccio bambini minori di tre anni.
Dove sta meglio un bambino se non attaccato al seno della madre? Date opportunità a quella donna che chiede l'elemosina e vedrete che quel bambino starà meglio. E poi chiedere l'elemosina non è come rubare e non è reato.

E' d'accordo con chi dice che questo clima di intolleranza sia stato creato da partiti come la Lega?
La Lega governa questa città da molti anni, ma la responsabilità di quanto sta succedendo è delle istituzioni che per anni non hanno affrontato i problemi dei rom e dei sinti perché ciò non crea consenso, anzi.

La gente comune, non necessariamente legata ai partiti, sembra più incline a episodi razzisti come la cacciata dei rom da Ponticelli.
Il momento drammatico è generale. Ci troviamo in una congiuntura economica sfavorevole e vedere volti diversi nelle nostre città impaurisce le fasce deboli. E' come stare in una nave che imbarca acqua, quindi si cerca di buttare in mare la gente per non affondare.

Domenica la prima manifestazione indetta da rom e sinti. Cambieranno le cose?
Lo spero. Ho aderito e parteciperò perché si tratta di una lotta democratica, mi auguro che la politica ci ascolti, noi urleremo il nostro dissenso contro le politiche razziste.

Vi sono stati errori anche da parte della sinistra nella questione rom? O del buonismo?
Evidentemente no. Non ho mai notato grande interesse da parte della sinistra alle nostre tematiche, e sempre perché occuparsi dei rom non porta voti.

In che modo va affrontata l'integrazione nel caso, ad esempio, di alcune tradizioni rom che si scontrano con le leggi italiane come i matrimoni precocissimi?
Le tradizioni vanno rispettate ma è anche vero che la condizione di subalternità della donna era presente anche nell'Italia dei primi '900 e quasi scomparsa con l'acculturazione. Purtroppo si parla sempre degli zingari con visibilità sociale, i delinquenti, le donne che chiedono l'elemosina, i musicisti nella metro. Non ci ricordiamo mai degli invisibili. Ibrahimovic e Pirlo sono rom, ma nessuno lo dice. Purtroppo i campi hanno creato una ghettizzazione urbanistica e sociale che ha escluso la partecipazione dei rom e dei sinti, peraltro dimenticati dalle istituzioni. Partiamo da qui.