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Appello per una mobilitazione contro le politiche securitarie, in difesa del territorio e dei beni comuni e per la difesa degli spazi sociali
28 maggio 2008

Martedì 27 maggio la polizia e i carabinieri hanno proceduto allo sgombero della Fornace di Rho. Con un atto di forza si è posto fine ad uno spazio sociale vitale e dinamico che in più di tre anni di (r)esistenza non solo ha prodotto un modello di socialità fondato sull'autogestione e la condivisione di percorsi culturali e di aggregazione, ma ha anche portato avanti importanti battaglie in difesa del territorio e dei beni comuni contro i danni prodotti dalla Fiera e da un modello di sviluppo basato sulle Grandi Opere e sulla speculazione edilizia. Un modello fatto di devastazione e consumo del territorio di cui Expo 2015 con tutte le opere infrastrutturali collegate rappresenta la chiave di volta, in un'ottica bipartisan che ha visto convergere le principali forze politiche.

Le modalità dello sgombero, motivato da ragioni di ordine pubblico, confermano che è in corso una stretta repressiva che ha l'obiettivo di delegittimare e, quindi, criminalizzare il conflitto sociale elemento fondante della democrazia.
Già in vista dell'assegnazione dell'Expo erano stati sgomberati altri centri sociali, nell'ottica di una pulizia generale della "città vetrina", che ha portato anche agli sgomberi di campi rom, all'allontanamento dei senzatetto, alla criminalizzazione dei writers e dei migranti.
Una situazione destinata a peggiorare, soprattutto dopo l'approvazione del famigerato "pacchetto sicurezza" nel quale sono state inserite norme che prevedono l'istituzione di "aree d'interesse strategico nazionale" che permetterebbero l'impiego dell'esercito e la conseguente militarizzazione del territorio. Non è improbabile pensare che se oggi vengono utilizzati i militari per presidiare le discariche a Napoli, un domani potranno essere utilizzati per controllare il territorio laddove sono in corso forme di resistenza messe in atto dalle comunità locali contro grandi opere e progetti di devastazione come in Val di Susa, a Vicenza o in altre parti d'Italia.

Bisogna porre un argine alla deriva securitaria che coinvolge tutti i livelli istituzionali legittimando episodi di violenza ed intolleranza come i pogrom nei confronti dei rom a Napoli e gli assalti squadristi a Roma.

GLI SGOMBERI NON SPENGONO LA FORNACE!

Rho, 28 maggio 2008

SABATO 31 MAGGIO
H 15 P.zza Stazione FS - Rho (MI)
MANIFESTAZIONE

Promuove SOS FORNACE

Prime adesioni: Comitato No Expo, SIM Studenti in Movimento (Rho), Comunità Rom di Via Sesia Rho, CS Torchiera, CS Cantiere, SpA Eterotopia, CS Barattolo, CS Crocevia, Leoncavallo SpA, CCS Coordinamento Collettivi Studenteschi, Attac Milano, Diciannoverde Milano, Opera Nomadi, Circolo Culturale Gramsci Garbagnate, Spartaco, SDL Intercategoriale, CUB, SLAI Cobas Rhodense, Sinistra Critica, Rifondazione Comunista Fed. Milano, Comunisti Italiani Fed. Milano, PRC (Rho, Cornaredo, Arese, Pregnana), PdCI Rho.
Solidarietà da: Comitato No Expo (Milano)- SiM - Studenti in Movimento (Rho - MI)- Comunità Rom di via Sesia (Rho - MI) - CS Cantiere (Milano) - Luciano Muhlbauer (Capogruppo PRC cons. reg. Lombardia)- Collettivo Oltre Il Ponte (Nerviano - MI)- CA Torchiera Senzacqua (Milano)- Leoncavallo SPA (Milano)- Opera Nomadi (Milano)- CSA Barattolo (Pavia)- CSOA Crocevia (Alessandria) - SPA Eterotopia (S. Giuliano Milanese - MI)- Vittorio Agnoletto (Parlam. europeo PRC - GUE/NGL)- SdL Intercategoriale - Laboratorio Biopolitico Désir (Feltre - BL) - Direttivo ANPI Nerviano (Nerviano - MI) - Collettivo La Fenice (Saronno - VA) - Laboratorio delle disobbedienze Rebeldía (Pisa)