Gianfranco Fini appena eletto Presidente della Camera lancia la sua bomba politica: gli infiammatori di bandiere israeliane a Torino sono peggiori degli assassini neonazisti di Verona. Questo sì che è parlare chiaro, senza i formalismi del distacco che la terza carica dello Stato appena acquisita gli imporrebbe. Segue la smentita in stile forzaitaliota: m'avete frainteso, era una voce dal sen fuggita, la stampa prende sempre lucciole per lanterne e i i bla e bla che ormai non risparmiano i ruoli più insigni dello Stato, visto quello che nelle passate Legislature ci hanno regalato gli showmen del centrodestra, dal Berlusconi premier ai Bossi e Calderoli ministri. Il copione non è diverso da quello che la Destra di governo incarna da anni e ha già ampiamente mostrato nel 1994 con le sparate del Senatùr, diventate a un tratto iniziative kamikaze, poi dal 2001 coi fatti di Genova, i servigi di Pollari e le rendtions nostrane come il sequestro di Abu Omar. La tendenza è d'alzare il tiro con pensieri e azioni che screditano cariche istituzionali sempre più alte. Resta da inquinare solo l'alto Colle, anche se lì già ci passò Cossiga.
Dunque Fini si corregge: i nazi veronesi sono assassini. Ma troveranno certamente il nutrito coro dei cantori, sia in Rai sia in Mediaset, pronti a ricordarne l'età giovanile e lo status d'ultrà che presuppone l'incapacità d'intendere e volere (in molti casi, ahinoi, vera). Però occorrerebbe metterli almeno in condizione di non nuocere invece costoro massacrano. I ragazzi del branco-bene prima delle stesse proprie famiglie benestanti, benpensanti e iper protettive troveranno la società che strutturerà meravigliosamente il ridimensionamento della bestialità del gesto. S'assolderanno gli avvocati-onorevoli e magari ministro (i Ghidini, le Bongiorno che ci stanno a fare?) per attutire i colpi a suon di controprove. Si partirà con pene severissime che scemeranno lentamente, finiranno condannati abbastanza in Primo grado, con anni levigati in Appello. Quindi di smussamento in smussamento la pena verrà liquefatta in un decennio più o meno. Questo insegna la giustizia dell'Italia garantista che per salvare Caino riuccide Abele più volte.
Non dimenticate che diventeranno divi alla Pietro Maso con le tante testoline vuote al femminile pronte a svenire sui fieri sguardi loro. E spediranno foto autografe e promesse di matrimonio. Gli saranno dedicate trasmissioni della prurigine - mica solo dell'Uno e del Due - che si contenderanno la seratona con la scusa degli approfondimenti di politici e subrettine. Insomma ne verrà decretato il divismo. Raffaele Sollecito, chi era costui? Ma come chi? il bravo ragazzo, presunto killer dell'americanina, ora difeso appunto dall'avvocata Buongiorno, l'eroina dell'assoluzione di Andreotti che potrebbe diventare Guardasigilli. Eccoli i copioni preconfezionati. E attorno il superfluo, il gossip che infesta l'informazione-spettacolo, che droga la nostra visione della realtà. Le riflessioni sul vuoto cosmico, saranno relegate alla vox clamantis in deserto d'un Andreoli o d'un Galimberti, ma le terre dell'abbondanza zeppe d'odio contro il diverso non verranno rieducate. Parrebbe eretico smontare certe famiglie dell'assoluzione, limitare la legge del dio denaro che tutto può e compra. Con la svastica o la camicia verde il Nord-est picchia e si sente macho poi va a farsi benedire dal Santo Padre nei Family-day e giustificare dagli ex camerati conquistatori di Montecitorio. Non siamo un Paese per vecchi ma per criminali decerebrati. Ormai come gli States ne produciamo a iosa.
Enrico Campofreda, 5 maggio 2008