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Prc in piazza, ma il resto della sinistra "latita"
Angela Mauro
Fonte: Liberazione, 18 novembre 2007
18 novembre 2007

La piazza, si sa, non è la prova che riesce meglio alla sinistra unita. Qualora non fosse bastato il 20 ottobre, un'ulteriore dimostrazione di diversità di approcci verso chi sceglie di manifestare in strada, da parte dei quattro partiti interessati al percorso unitario avviato dopo la nascita del Pd, l'ha fornita la manifestazione indetta dal Genoa Social Forum ieri a Genova.
Le parole d'ordine di chiedere verità e giustizia sui fatti del G8, dopo le pesanti condanne per 25 noglobal e dopo lo stop all'istituzione della commissione parlamentare d'inchiesta, non sono evidentemente bastate per convincere Prc, Sd, Pdci e Verdi a marciare uniti al fianco dei movimenti, presenti invece in massa.
Per lo meno, non sono state sufficienti per spingere i quadri nazionali di tutti e quattro i partiti ad attraversare le strade di Genova. Se Rifondazione non ha avuto dubbi sin dal primo momento, scegliendo di rinviare a metà dicembre il comitato politico nazionale convocato per questo weekend per presentarsi nel capoluogo ligure con la massima dirigenza (il segretario Giordano, il capogruppo alla Camera Migliore, parlamentari ed europarlamentari, segretari regionali, Giovani Comunisti...), la stessa cosa non si può dire del Pdci, i Verdi o Sinistra Democratica, rappresentati in piazza perlopiù da quadri locali (fatta eccezione per la Palermi dei Comunisti Italiani, la Balducci dei Verdi, mentre Sd ha mantenuto la convocazione del proprio direttivo nazionale a Roma).
Poco o nulla di diverso rispetto a sei anni fa, si potrebbe dire, quando nella sinistra istituzionale fu Rifondazione a investire a pieno nei movimenti noglobal e anti-G8 e a farne fattore di linea politica anche congressuale.
Nel 2001 Sd non esisteva ancora (era però "correntone" Ds) e, allargando il ragionamento, si potrebbe anche riflettere sul fatto che nemmeno la Cgil c'era a Genova sei anni fa, anche se ieri ha scelto di esserci, accanto alla sempre presente Fiom, seppure non in massa. Ad ogni modo, le diverse distanze tra i partiti della sinistra e i "movimenti di Genova" sono palpabili, se è vero che le presenze-assenze fisiche tradiscono differenze di "vocazioni".
Da parte sua, per esempio, Giordano si dice convinto del fatto che sia «doveroso stare qui per chiedere di far luce su quei giorni di sospensione della democrazia e dei diritti a Genova». Equidistante l'atteggiamento del segretario del Prc rispetto alle condanne per i 25 noglobal e alla mancata istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul G8. «Critico tutt'e due - sottolinea - e il Parlamento deve istituire la commissione d'inchiesta per non essere complice di quanto avvenne a Genova nel 2001 e anche perché, solo individuando le responsabilità di quella che un funzionario di polizia ha definito una "macelleria messicana", le forze dell'ordine possono recuperare credibilità». Pdci e Verdi invece non condividono la critica all'operato della magistratura, fattore scatenante che ha spinto in piazza i movimenti. «La magistratura deve restare autonoma - dice Palermi - quello che pesa del G8 è che non si conosca il livello politico delle responsabilità: ecco il perché della commissione d'inchiesta». Balducci, responsabile Giustizia del Sole che Ride, precisa: «Non siamo qui per manifestare contro le forze dell'ordine, né contro la magistratura.
Vogliamo che si faccia chiarezza a 360 gradi con la commissione d'inchiesta». Suona un po' come le dichiarazioni di Idv, che dopo aver affossato la commissione, oggi dichiara di non essere contraria a patto che «si indaghi in tutte le direzioni». Più radical Paolo Cento: «Gran bella manifestazione che ripropone il protagonismo e l'autonomia dei movimenti. Ora dobbiamo rompere il muro di omertà sul G8 con la commissione d'inchiesta». Facile per chi, come Cento, è sempre stato tra i Verdi la parte più vicina ai movimenti esplosi a Genova.
Al di là delle differenze di approccio, «siamo tutti qui», nota ottimista Haidi Giuliani, dalla maratona sulla Finanziaria in Senato a quella con i movimenti in piazza a Genova. E la senatrice del Prc non sta nemmeno a sottilizzare sulle diversità di opinione tra partiti e movimenti a proposito della commissione d'inchiesta. «Dipende da cosa si intende - spiega - deve indagare sulle responsabilità politiche della mattanza, non su un ragazzo che ha lanciato un sasso. Quello anche Carlo lo ha fatto, ma l'avrei fatto anch'io in quella situazione: era legittima difesa». Pure Gennaro Migliore non si scompone rispetto alle critiche di chi, nei movimenti, considera inutile la commissione parlamentare d'inchiesta sul G8. «Pretendiamo la verità e non la vogliamo barattare con i politicismi di palazzo - spiega il capogruppo di Rifondazione alla Camera - E come denunciamo i politicismi della maggioranza in Parlamento, così facciamo con chi ci imputa una volontà strumentale».
L'europarlamentare Roberto Musacchio si guarda intorno e nota con soddisfazione «la continuità dei movimenti, e noi con loro, a Genova come al G8 di Rostock».
Ma lui opera a Strasburgo, dove la sinistra dei partiti non ha il governo per le mani e riesce a muoversi unita con maggiore facilità. E' invece amaro il commento di Michele De Palma. «A sei anni di distanza, il movimento di Genova non è stato ancora compreso - dice il responsabile Movimenti del Prc - La sinistra istituzionale poteva presentarsi unita in piazza anche soltanto per interrogarsi sul fatto che tra i movimenti c'è chi ritiene inutile la commissione d'inchiesta. La sinistra dovrebbe chiedersi il perché di questa sfiducia nelle istituzioni».