Rete Invibili - Logo
Servizi, la riforma è legge: meno segreti e più Copaco
Passa definitivamente al Senato il riordino dell'Intelligence. Nuovi nomi per le agenzieora alle dirette dipendenze del premier. Più poteri al comitato parlamentare di controllo
Checchino Antonini
Fonte: Liberazione (http://www.liberazione.it)
2 agosto 2007

Sparisce la parola "servizio", rimpiazzata da "agenzia"; cresce il Copaco - da 8 a 10 membri - che, ma solo se unanimi, potranno rimuovere il segreto di Stato, e ci sarà un sottosegretario o un ministro ad hoc a sovrintendere per conto del premier sugli 007. Queste le principali novità della riforma dei servizi segreti, varata definitivamente ieri, in sede legislativa, dalla commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama dov'era tornata dalla Camera che aveva ritoccato, il giorno prima, il numero dei componenti del Copaco. Tra i 12 che ne chiedeva Montecitorio e gli otto "licenziati" dalla prima lettura al Senato, s'è trovato in mezzo l'equilibrio necessario a catturare anche il sì del Carroccio e votare all'unanimità il riordino dell'intelligence. Un risultato sottolineato con entusiasmo dal Quirinale in giù con Fausto Bertinotti, presidente della Camera, soddisfatto per l'accordo bipartizan trovato su uno dei gangli più delicati della vita del Paese. Un risultato non scontato, visto che le pressioni per mantenere lo status quo sono state fortissime e hanno radici ben oltre questa legislatura.
Dunque abituiamoci a non sentir più parlare di Sismi, Sisde e Cesis. D'ora in poi il servizio di controspionaggio si chiamerà Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna), lo spionaggio Aise (Agenzia informazioni e sicurezza estera) e verranno coordinati dal Dis, (Dipartimento informazioni e sicurezza). Le due agenzie cooperano sotto la direzione di Palazzo Chigi e i direttori hanno una maggiore autonomia potendo riferire direttamente, senza passare per il Dis, in casi di particolare urgenza al capo del governo che li nomina e li revoca e decide di apporre il segreto. In tempi normali dovranno riferire tempestivamente e con continuità la Farnesina e Via XX Settembre. L'innovazione consiste nella chiarezza sulle responsabilità politiche del presidente del Consiglio e su quelle operative delle agenzie finalmente sottratte alla dipendenza funzionale del ministero della Difesa. La storia dei servizi, finora, è stata scritta tutta in via XX Settembre.
Il comitato parlamentare di controllo sarà presieduto, per legge e non più per prassi, da un esponente dell'opposizione. Potrà ascoltare agenti e acquisire informazioni senza che si possa apporre il segreto di Stato ma solo se lo deciderà all'unanimità. Potrà acquisire fascicoli processuali senza che gli sia opposto segreto d'ufficio, istruttorio o bancario, dovrà essere informato di tutte le "operazioni improprie" e avrà libero accesso, con preavviso a Palazzo Chigi, agli uffici degli 007. Questo significa che riuscirà a mettere il naso nelle spese, anche quelle riservate, fino ad ora zone franche impenetrabili e, spesso, sottratte a qualsiasi controllo. Per Milziade Caprili, vicepresidente del Senato e membro del Copaco per Rifondazione, è proprio questo uno degli spunti più innovativi e significativi, assieme a una più precisa definizione del segreto, di una riforma che rimanda, come lui stesso segnala, a ben 12 regolamenti di attuazione ancora da scrivere. Muta anche il segreto di Stato, ridefinito con maggior precisione e ridimensionato. Non potrà più coprire stragi ed eversione e durerà, in genere, 15 anni salvo proroghe a 30.
Sono stabilite per la prima volta le cosiddette "garanzie funzionali" ma non avranno la "licenza di uccidere", i nuovi agenti e rischiano da 3 a 10 anni di carcere se ripercorreranno le orme di Pio Pompa "dossierando" illegittimamente politici, magistrati, cittadini e associazioni. E nemmeno potranno ledere la salute e la libertà delle persone né compiere "operazioni improprie" in sedi di partiti e sindacati o contro giornalisti professionisti (e i pubblicisti?). Resta la possibilità di identità di copertura.
Unanime il voto e il commento dei politici per una riforma che arriva a 30 anni da quella del '77, la legge 801, che avrebbe dovuto impedire le deviazioni della stagione precedente. Il ministro Amato parla di meritorie rapidità e convergenza mentre Enrico Micheli, il sottosegretario con la delega ai servizi riassume così prima di presentare la sua relazione semestrale: «Legge importante, sicuramente perfettibile ma che dà tutte le garanzie di tutela democratica e di miglioramento del lavoro dell'intelligence». Contenti Scajola (Fi) e Brutti (Ulivo), rispettivamente presidente e vice del Copaco, soddisfatto il ministro Chiti e anche il direttore del Sisde, Franco Gabrielli. An, con Mantovano, avverte di aspettare i regolamenti di attuazione prima di rallegrarsi.
Controcorrente Falco Accame, uno dei padri della vecchia legge, che richiama l'attenzione sulle limitazioni alla stampa, alla magistratura e sulle nuove possibilità operative dei servizi che non dovranno più ricorrere ai reparti speciali delle forze dell'ordine per effettuare operazioni sul campo, proprio come già fa la Cia. Per l'ex ammiraglio ed ex presidente della commissione Difesa della Camera, ora saranno più difficili le indagini sulle stragi e spunta anche un servizio, il Ris (Reparto informazioni e sicurezza dello stato maggiore dell'esercito), che opererà a tutela dei presìdi militari all'estero senza dover riferire al parlamento.