Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della difesa, per sapere - premesso che:
come ogni anno dal 1957, il 27 maggio 2007 a Mittenwald, nell'alta valle dell'Isar nel sud della Germania, i Gebirgsjäger, gli alpini tedeschi, hanno commemorato davanti al memoriale delle vittime della prima e della seconda guerra mondiale i loro caduti;
nell'occasione, una decina di manifestanti ha esposto due striscioni (con le scritte: «Il fascismo non è un'opinione, ma un reato» e «Niente tregua per i criminali nazisti») che la polizia tedesca ha prontamente rimosso, contestualmente all'allontanamento dei dimostranti;
l'appartenenza dei Gebirgsjäger ai corpi d'armata dell'esercito regolare tedesco durante la seconda guerra mondiale è causa del fatto che essi siano stati protagonisti di un numero esorbitante di massacri di civili in diversi Paesi europei: dall'Albania alla Grecia, dalla Jugoslavia alla Polonia, dall'Unione Sovietica alla Finlandia, dalla Francia all'Italia;
nel nostro Paese gli alpini tedeschi - come ha recentemente riconosciuto il Tribunale di La Spezia - si sono resi direttamente responsabili degli eccidi di Camerino, Fermo e di altri in diverse località della Toscana;
nel settembre 2006 il Tribunale militare di La Spezia ha condannato all'ergastolo Herbert Stommel, comandante di un battaglione di genieri dei Gebirgsjäger, e Joseph Scheungraber, responsabile di una compagnia della stessa formazione, in quanto riconosciuti responsabili di 16 uccisioni a Falzano, nel comune di Cortona;
la condanna pronunciata in contumacia dal Tribunale italiano non ha, evidentemente, avuto conseguenze per i reduci, giacché domenica 27 maggio Joseph Scheungraber ha partecipato, insieme ai suoi camerati, al raduno di Mittenwald;
lo spirito di corpo impedisce tra gli alpini una netta soluzione di continuità con il passato nazista della truppa, come si evince dalle parole pronunciate nel 1957 dal maggiore Paul Bauer, iniziatore della tradizione di commemorazione dei caduti al monumento sull'Hoher Brendten: «Avremo cura di questo memoriale nella fedeltà ai nostri caduti, professando con orgoglio il nostro credo nell'eterno valore del loro sacrificio da soldati»;
alla commemorazione dei caduti delle truppe di montagna tedesche lo scorso 27 maggio hanno partecipato anche alpini italiani, deponendo tre corone: una dell'Associazione nazionale degli alpini (Ana), portata dal consigliere Adriano Rocci in rappresentanza del presidente Corrado Perona; un'altra degli alpini residenti in Germania; la terza della divisione Monterosa e del reggimento Tagliamento, formazioni della Repubblica sociale italiana;
a Cefalonia, isola greca del mar Jonio, nel settembre del 1943 la prima divisione da montagna degli alpini tedeschi fu inoltre protagonista della strage di maggiori proporzioni che, nel secondo conflitto mondiale, i tedeschi abbiano compiuto contro gli italiani;
dopo l'8 settembre del 1943, la maggioranza degli ufficiali, dei sottufficiali e della truppa presenti sull'isola di Cefalonia concordarono nel non consegnare le armi ai tedeschi e resistere. Gli scontri durissimi seguiti a tale decisione costarono la vita ad oltre cinquemila militari della divisione Acqui;
il 22 settembre, in seguito ai continui bombardamenti tedeschi e alla mancanza di aiuti alleati, il Generale Gandin decise la resa. Un atto che oltre a comportare la cessazione delle ostilità, presupponeva garanzie precise nei confronti dei prigionieri. Invece da parte tedesca iniziò una caccia all'uomo che si concluse con una delle stragi più efferate e più vili che la storia militare italiana ricordi;
il 24 settembre del 1943 Otmar Mühlhauser, sottotenente dell'esercito tedesco, fu tra i protagonisti di questi omicidi in qualità di comandante del plotone di esecuzione che uccise numerosi ufficiali italiani della divisione Acqui nel cortile della località «Casette rosse»;
come denunciato dagli organi di stampa nazionali ed esteri e da diverse iniziative parlamentari, dopo 63 anni dall'eccidio di Cefalonia la Procura generale di Monaco di Baviera ha predisposto l'archiviazione del procedimento penale di primo grado nei confronti del signor Otmar Mühlhauser. Mostrando di fare proprie le valutazioni che mossero i soldati nazisti ad assassinare i militari italiani, il procuratore generale Stern ha motivato la propria decisione con la seguente dichiarazione: «Le forze militari italiane, non erano normali prigionieri di guerra. Inizialmente erano alleati dei tedeschi e si sono poi trasformati in nemici combattenti diventando dei traditori»;
nel discorso ufficiale in memoria dei caduti di Cefalonia pronunciato il 25 aprile 2007 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affermato: «È soltanto un assurdo residuo del passato quel recente pronunciamento del magistrato di Monaco, che ha rispolverato l'indegna giustificazione o attenuante - per l'eccidio di Cefalonia - del presunto "tradimento" italiano, assumendo così implicitamente la tesi che l'Italia dovesse restare legata alla catena di un'insensata e servile alleanza e di una già incombente disfatta»;
in Italia le associazioni democratiche antifasciste e resistenziali, degli ex-internati, dei reduci, dei familiari delle vittime delle stragi del fascismo e del nazismo attendono ancora che la giustizia condanni i responsabili di tali atrocità ristabilendo una verità storica e politica da troppo tempo taciuta;
la signora Marcella Negri, figlia di uno degli ufficiali italiani uccisi a Cefalonia nel 1943, è a tutt'oggi l'unica parte civile nel processo aperto a Monaco di Baviera contro Otmar Mühlhauser;
nel febbraio del 2007, in seguito al rifiuto da parte del Tribunale di Monaco di accogliere il ricorso contro l'ordinanza presentato da Marcella Negri, la stessa ha chiesto una «ingiunzione a procedere» che obblighi la procura a riaprire l'indagine -:
se il Ministro in indirizzo ritenga accettabile che l'Ana, deponendo insieme alle formazioni della Repubblica sociale italiana una corona di fiori al memoriale degli alpini tedeschi, abbia reso omaggio a tutti i Gebirgsjäger, anche al 98o reggimento della Prima divisione di montagna, stazionato a Mittenwald, le cui compagnie 12 e 11 massacrarono i soldati italiani a Cefalonia;
quali misure il Ministero interpellato intenda adottare, a fronte del rifiuto del Tribunale di Monaco di accogliere il ricorso contro l'ordinanza del giudice Stern da parte della signora Marcella De Negri, affinché alla memoria dei militari italiani della divisione Acqui trucidati a Cefalonia vengano rivolte le dovute scuse per l'infamante qualifica di «traditori»;
quali iniziative intenda assumere presso la Comunità europea, il Governo tedesco e il Governo italiano affinché tutti i criminali di guerra responsabili di crimini contro l'umanità vengano processati e condannati;
quali procedure intenda porre in essere affinché venga dato riconoscimento alla memoria delle vittime delle stragi e delle persecuzioni nazifasciste, ai combattenti e ai caduti per la Resistenza contro il nazifascismo e quali iniziative intenda adottare perché venga attribuito il dovuto risarcimento economico e morale ai familiari delle vittime di tali persecuzioni;
quali disposizioni intenda far proprie al fine di contribuire alla salvaguardia e alla promozione della memoria storica di tali avvenimenti, sia in Italia sia all'estero.
Alberto Burgio