I fatti di Genova 2001 sono ormai lontani 6 anni. Eppure, paradossalmente, non sono mai stati così vicini. In seguito ad una serie di episodi concomitanti, i media si sono riavvicinati a quei giorni, riuscendo parzialmente a farsi perdonare la colpevole indifferenza di questi anni.
Prima sono arrivate le ammissioni di Michelangelo Fournier sulla "macelleria messicana", definizione sanguinolenta che ha avuto il merito di sintetizzare in due parole quel che in molti sapevano circa la mattanza della Diaz. Poi abbiamo assistito all'avvicendamento fra De Gennaro e Manganelli ai vertici della Polizia di Stato: un'occasione accolta timidamente dai media, ma totalmente sprecata dal mondo della politica (distintosi in peana bipartisan all'indirizzo dei due alti funzionari e delle forze dell'ordine in generale) e dagli stessi interessati, che si sono guardati bene dal dire una sola parola su Genova 2001. Poi ci sono giunte le voci registrate della notte della Diaz. Parole disperse, come quelle che Pantagruele raccolse a manciate ai limiti del mare Glaciale per rovesciarle sul ponte della propria nave, sciogliendole e facendo ascoltare al suo equipaggio gli echi di una battaglia lontana: voci dell'orrore che mi auguro pesino a lungo su certe coscienze distratte da sei anni.
Infine, i primi risarcimenti per i manifestanti brutalizzati dalle forze dell'ordine il 20 e il 21 luglio 2001. Intendiamoci: ritengo che i fatti di Genova siano irrisarcibili; irrisarcibile è la morte di Carlo, e così pure la sospensione dei diritti civili cui sono stati sottoposti centinaia di manifestanti. Ma quelle prime sentenze di condanna al ministero dell'interno a pagare i danni subiti da alcune persone sono un segno di civiltà giuridica e, forse, di ritrovata dignità per le istituzioni.
Ma Genova non è vicina solo per la serie di fatti che l'ha riportata sulle prime pagine dei giornali, riaccendendo pure il dibattito sulla commissione parlamentare promessa dall'Unione nel suo programma. E' vicina anche per l'imminenza dell'anniversario, che ci riporterà nel capoluogo ligure non solo virtualmente, ma fisicamente.
I comitati genovesi anche quest'anno propongono un ricco calendario di iniziative; di commemorazione, informazione e non solo. Il comitato Piazza Carlo Giuliani riscatterà, per così dire, uno dei luoghi cruciali di Genova 2001, lo stadio Carlini, teatro permanente della 4 giorni genovese di quest'anno a partire dal 19 luglio con musica, cultura e pure sport (un torneo di calcio). E poi i dibattiti; quello sulla "premiata macelleria italiana" organizzato dal comitato verità e giustizia per Genova (sabato 21, Museo di S. Agostino) e quello su "repressione e antifascismo" organizzato dal Piazza Carlo Giuliani con i comitati di solidarietà e lotta alla repressione (anch'esso sabato 21, stadio Carlini). Completeranno il programma il corteo con sit-in musicale in piazza Alimonda (pomeriggio del 20 luglio), la fiaccolata alla Diaz (sera di sabato 21), proiezione di video, dibattiti e altro ancora...
Anche quest'anno, come in passato, il primo dovere è, semplicemente, esserci. Per chiedere se sia possibile in questo paese mettere in discussione il comportamento tenuto dalle forze dell'ordine nei giorni di luglio 2001 e se sia possibile avere un apparato di sicurezza totalmente autoreferenziale, impermeabile alle critiche, protetto in modo bipartisan. Per chiedere il processo, finora negato, per l'omicidio di Carlo. Per dire che Genova 2001 noi non l'archiviamo, né dimentichiamo.
Note: