Desidero esprimere la mia condivisione alla proposta presentata dalla senatrice Sabina Rossa. Ritengo infatti che, in generale, il valore della memoria, oggi troppo trascurata e tralasciata, debba essere riconosciuto anche attraverso la motivata indizione di una giornata ad essa espressamente dedicata; e che una giornata della memoria delle tante vittime della violenza stragista possa costituire a tal fine uno strumento utile per le istituzioni e in particolare per le strutture formative ai vari livelli.
La proposta della senatrice Sabina Rossa indica nel 9 maggio la data per questa giornata della memoria. Si tratta certamente di una data di grande risalto. Il tragico avvenimento che ha suggerito la scelta, l'uccisione di Aldo Moro, resta infatti un simbolo di atti terroristici che hanno insanguinato il paese e non occorrono ulteriori riflessioni dopo quelle già illustrate. Voglio solo ricordare che l'uccisione di Moro oscurò, del 9 maggio, il ricordo positivo della sconfitta del nazismo, che suggerì ai Paesi europei riuniti a Milano nel 1981 di fissare per quella data la Festa dell'Europa. E ricordare altresì che in quello stesso giorno, il 9 maggio 1978, in cui veniva ritrovato in via Caetani il cadavere di Aldo Moro, in Sicilia veniva ucciso dalla mafia Peppino Impastato.
Non in contrapposizione, quindi, ma per ribadire il valore della memoria, abbiamo presentato un o.d.g. al Governo perché si impegni a promuovere anche il 12 dicembre, nelle forme opportune, quale giornata da dedicare allo svolgimento di attività didattiche e di eventi celebrativi, in particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, che ricordino la strage di piazza Fontana, in Milano, e tutte le altre stragi terroristiche.
Allora risiedevo a Milano e ricordo bene il dolore, la paura, lo sconforto, la rabbia per quella strage. Furono accusate persone innocenti e un operaio, il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, morì per un 'malore attivo', in circostanze rimaste alquanto misteriose, nella notte tra il 15 e il 16 dicembre, precipitando dal quarto piano della questura di Milano.
Nel dicembre 1969 dovemmo contare le prime vittime di un attentato terroristico, opera di organizzazioni fasciste, con la copertura di servizi deviati, che inaugurò nel nostro Paese la strategia della tensione e aprì la strada a una lunga scia di sangue e di dolore.
In molte altre occasioni siamo stati costretti a ripetere 'chi non ha memoria non ha futuro'.
Facciamo che non sia così.
H. Gaggio Giuliani