14 anni e otto mesi di reclusione per uno dei due assassini di Renato Biagetti, quello che all'epoca dei fatti era minorenne. Ieri la sentenza del Gup romano al termine del processo svolto con il rito abbreviato. Durissima la requisitoria del pm che aveva chiesto 16 anni. Questo verdetto fa seguito alla condanna q 15 anni, nel novembre scorso, del complice maggiorenne già nell'agosto 2006 quando il ventiseienne romano venne aggredito e ucciso senza motivo mentre si allontanava all'alba da una festa reggae sulla spiaggia del litorale romano. Anche allora l'imputato aveva chiesto il rito abbreviato. «La sentenza di oggi - spiega il collegio difensivo dei familiari di Renato Biagetti - conferma il concorso dei due nell'omicidio volontario di un ragazzo di 26 anni». Biagetti era un ingegnere del suono, attivo in progetti musicali e in iniziative di solidaretà, frequentatore di centri sociali. «E' stato colpito barbaramente - ricordano gli avvocati Maria Luisa D'Addabbo, Arturo Salerni e Luca Santini - con otto coletellate in un'aggressione caratterizzata da inaudita ferocia, conseguenza di un violento sentimento di avversione verso il comportamento, le scelte e lo stile di vita di Renato e dei suoi amici». La sentenza non cancella il dolore della madre, di suo fratello e degli amici ma costituisce un atto importante di verità e giustizia. Ma Roma resta la capitale delle aggressioni squadriste, omofobe e razziste.