Venerdì notte a Roma i compagni di Renato Biagetti ricordavano il suo assurdo, atroce assassinio avvenuto due anni or sono, lo facevano ascoltando quella musica che Renato amava e loro con lui. Un gruppo di neofascisti ha pensato di ricordare alla propria maniera: cercando un altro morto. Hanno aspettato nell'ombra che il concerto finisse e hanno colpito coi coltelli alcuni giovani isolati. La vittima non c'è stata per puro caso ma la volontà era quella. Accadeva non in una buia strada di Focene ma vicino alla Basilica di San Paolo, nella capitale che il governo dice presidiatissima con tanto di Esercito in strada. Allora è più inquietante ritrovare quello che da anni è tornato a essere un'emergenza: l'assassinio operato da squadristi neofascisti o le condanne unanimi dei politici che si ripetono uguali senza estirpare il male? Ora non vogliamo commentare in maniera manichea che il bene sono i giovani dei Centri sociali di sinistra e il male i neofascisti ma quest'ultima è una certezza, e se i neofascisti non sono l'incarnazione di tutto il male sicuramente seminano nella società male e morte. E tutto ciò non dovrebbe continuare.
Invece continua, fra l'altro con gli stessi copioni. Bisognerebbe chiedere ai politici e alle forze dell'ordine che fine hanno fatto i fascisti che assalirono il pubblico di un concerto a Villa Ada l'estate scorsa. Fascisti che furono individuati come ultrà delle curve dell'Olimpico, abituali frequentatori d'un pub di piazza Vescovio che forse qualche mese dopo erano già liberi e pronti a mettere a ferro e fuoco il quartiere Flaminio dopo la tragica morte di un tifoso. Della riorganizzazione dello squadrismo celato nelle tifoserie calcistiche sono pieni da anni i dossier di Polizia e Carabinieri. I fermi con interdizione a recarsi allo stadio sono numerosi ma i neosquadristi individuati possono vivere anche senza calcio, ch'è solo un pretesto per fare proseliti che altri camerati faranno al posto loro. I neofascisti che fino a tre anni or sono accompagnavano un Alemanno non ancora sindaco in incontri e dibattiti all'Università con tanto di pestaggetti si ritrovano disciolti nei vari rivoli della destra sociale e appaiono dalle finestre di Casa Pound e del Foro 753, da propri centri autogestiti come quello sedicente 'futurista' di Casalbertone teatro di altre aggressioni.
A Roma queste presenze, assai più delle storiche sedi missine da cui partivano pestaggi di cui il tempo e le svolte politiche hanno sbiadito il ricordo, rappresentano da oltre un quindicennio, insieme alle sedi della Fiamma Tricolore, di Forza Nuova dell'ex terrorista di Terza Posizione Roberto Fiore, dei pub avviati dal suo defunto amico Morsello, alcuni dei luoghi d'aggregazione dei fanatici dell'ultradestra. Taluni sono conosciuti e tollerati dalle amministrazioni cittadine, altri sono cangianti e si mascherano rivestiti d'un'aria commerciale. Quel clima crescente, del quale s'è già in molti casi discusso che ha visto la destra sdoganata e berlusconizzata duettare coi leader del neofascismo squadrista per listoni elettorali o iniziative ammantate da pseudo attività culturali, è lo stesso che nelle teste di giovani e adulti sdogana il Duce, camicie nere, manganelli e violenze. Per episodi gravissimi con tanto di sangue e morte, ci sono decine e decine di pestaggi e intimidazioni e un'infinità di situazioni come quella narrata da un cittadino d'un popoloso quartiere.
"Un pomeriggio ero in fila al semaforo dentro l'auto quando sento arrivare da dietro una macchina con lo stereo a tutto volume: solita ignoranza coatta, penso. Il fastidio diventa stupore quando ascolto le note di 'Faccetta nera'. A tutto volume. Lo stupore torna fastidio. L'auto mi affianca e dentro c'è un giovane che appare gasato e convinto. Lo guardo apro il finestrino e gli faccio: guarda sei fuori tempo massimo. Quell'epoca è finita. Ahò, ma che voi? risponde. Togli 'sta musica che fa schifo, dico. Schifo fai te 'a porco comunista, vòi che te sparo?" La storia è vera. La minaccia potrà anche essere una boutade farsesca, da Verdone del Terzo Millennio. Magari quel cretino non spara, ma altri fascisti in questi anni hanno ripreso ad ammazzare. Palazzo Chigi e il Viminale che fanno?
Enrico Campofreda, 31 agosto 2008