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Roma 5 luglio 2007 dalle 11.00 alle 15.00
La verità non si cancella. Sit-in sotto al Ministero dell'Interno (P.zza dell'Esquilino)
Fonte: Acrobax.org
5 luglio 2007

Ci sono persone che non hanno dimenticato Genova 2001. Le cariche violentissime e gli abusi di potere per le strade, delle quali nessuno ha ancora pubblica responsabilità. Piazza Alimonda e l'omicidio di Carlo Giuliani da parte di un carabiniere, prima attribuito ad un fantomatico sasso dei manifestanti, poi rapidamente archiviato come legittima difesa. E ancora la mattanza nella scuola Diaz, le finte molotov messe a posta dalla Polizia per giustificare la brutalità dell'intervento, poi addirittura sparite dagli atti del processo contro le forze dell'ordine e ancora le torture e gli abusi nella caserma di Bolzaneto. La catena di comando che ha guidato queste azioni ancora non è stata ricostruita, nessuno si è mai assunto le proprie responsabilità. Nessuno nelle forze dell'ordine, nessuno nella Politica, neanche la commissione di inchiesta su Genova 2001, che era nel programma elettorale dell'Unione è mai stata avviata.
Ci sono persone che non hanno dimenticato l'omicidio di Davide Cesare, per tutti noi Dax. Ucciso dalle lame dei fascisti a Milano. Ci sono persone che non hanno dimenticato le cariche ingiustificate e violentissime nei corridoi dell'ospedale S.Paolo, contro i suoi compagni e le sue compagne accorsi al pronto soccorso, il sangue per terra e sui muri, le decine di ragazzi e ragazze feriti. Come per il G8 di Genova, anche per i fatti del San Paolo è la storia di un paese ad essere messa alla sbarra. Anche per i fatti del S.Paolo le responsabilità e le catene di comando all'oggi non sono state chiarite.
Ci sono persone che non dimenticano l'omicidio di Federico Aldrovandi, 18 anni. Era il settembre del 2005, a Ferrara, quando Federico venne ammazzato di botte durante un "normale" controllo di polizia. Il caso è venuto alla ribalta, dopo vari tentativi di insabbiamento, prove manomesse, falsi verbali, provette ritrovate a distanza di anni negli armadietti del Commissariato. Ci sono persone che sanno che solo grazie alla strenua lotta per la verità dei famigliari e degli amici di Aldro, oggi si è riusciti ad ottenere il rinvio a giudizio dei quattro poliziotti responsabili di quell'omicidio, che fino ad ora erano stati coperti dai colleghi in un'indagine gestita in "famiglia", come più volte ripetuto dai genitori di Federico.
Ci sono persone che non dimenticano la morte di Renato Biagetti, ucciso a coltellate in una notte di agosto '06 all'uscita di una dance all reggae sulla spiaggia di Focene. Persone che non possono e non vogliono dimenticare il sorriso di Renato e le lame che lo hanno ucciso. Il secondo coltello sparito e mai trovato, le indagini preliminari viziate, i verbali con le dichiarazioni che Renato aveva rilasciato poco prima di morire che sono sparite e che solo dopo quasi un anno, su pressanti richieste degli avvocati della famiglia, si è scoperto che stranamente non erano state verbalizzate ed ora agli atti del processo contro i due giovani assassini c'è solo il ricordo, confuso e deviante di un Carabiniere. Ci sono persone che sanno che questo è avvenuto perché uno degli imputati è figlio di un Carabiniere di stanza proprio nel territorio in cui è nato questo brutale omicidio.
È impunità, è "spirito di corpo", sono omissioni e depistagli studiati a tavolino e "protetti" dall'alto, sono prove inquinate, verbali omessi o modificati, è omertà e impunità. Delle Forze di polizia, della Politica, della Magistratura. Addirittura assistiamo in questi giorni all'avvicendamento di De Gennaro con il suo vice, Manganelli: la continuità e l'impunità è evidente anche agli occhi di un bambino.
De Gennaro che addirittura è stato promosso a capo del gabinetto di Giuliano Amato, al Ministero dell'Interno, ormai quindi divenuto chiaramente un ministero di polizia.
Più che il giudizio della magistratura, da cui poco o nulla possiamo, per altro, attenderci, ci interessa il giudizio politico di quanto accadde. Tutti questi casi, e i molti altri che scompaiono nell'individualismo drammatico delle nostre città e del nostro paese, ci pongono interrogativi seri sul clima che si respira nelle caserme italiane, nei Tribunali, nei palazzi del potere e minano seriamente le condizioni di salute della democrazia nella nostra società.
Ci sono quattro mamme Patrizia mamma di Federico Aldrovandi, Haidi mamma di Carlo, Rosa mamma di Dax, e Stefania mamma di Renato. Quello che le accomuna è aver perso un figlio, è chiedere in loro nome verità e giustizia per rompere questo clima di omertà e collusione, è lottare quotidianamente per far emergere la verità.
Ci sono persone che non le hanno mai lasciate sole e che il 5 luglio hanno organizzato con loro e per loro un sit-in sotto al Ministero dell'Interno per chiedere conto di tutto questo, per denunciare pubblicamente la realtà di questo paese, per gridare insieme che LA VERITA' NON SI CANCELLA

Appuntamento il 5/07/07 sotto al Ministero dell'interno, in piazza dell'Esquilino dalle 11.00 alle 15.00.

Primi promotori:
La famiglia di Renato Biagetti, Associazione culturale "I sogni di Renato", i compagni e le compagne di Renato, i compagni e le compagne di Dax, Haidi Giuliani, Supporto Legale.

Per info e adesioni: veritaperrenato@inventati.org