La sparizione del verbale con le ultime parole di Renato Biagetti, il ventiseienne romano ucciso a coltellate il 27 agosto scorso sulla spiaggia di Focene (Fiumicino), finirà in parlamento. A presentare le interrogazioni saranno i senatori Heidi Giuliani, Salvatore Bonadonna e il deputato Massimiliano Smeriglio, tutti di Rifondazione. Strana storia quella del verbale. Lo hanno ribadito ieri i compagni e la famiglia di Renato, che hanno convocato una conferenza stampa in Campidoglio (senza ottenere una sala, denunciano) anche per «tenere dritta la barra sulla questione politica». Ma, prima, il «giallo» giudiziario: quel verbale non risulta agli atti. Eppure ci sono le testimonianze di cinque persone che ricordano di aver visto, quella notte, i carabinieri parlare con Renato e «protocollare» le sue dichiarazioni. Tutto sparito. Il gup ha dato, intanto, disposizione al pm di cercare quel verbale. Il sospetto degli amici di Renato è chiaro: «Le indagini sono parite male. Con la decisione della Procura di affidare le indagini ai carabinieri dello stesso nucleo in cui lavora il padre di uno degli imputati (il diciannovenne Vittorio Emiliani, ndr)».
Ma è il «punto» politico, quello che vogliono ribadire gli attivisti del centro sociale Acrobax, che Renato frequentava pur non essendo un attivista. «Il clima politico a Roma è pesantissimo - ha detto Raphael di Acrobax - le aggressioni di stampo neofascista in questa città, che il sindaco vorrebbe "pacificata", sono all'ordine del giorno». L'ultima, mercoledì notte, contro un gruppo della sinistra giovanile. Al sindaco Veltroni imputano una «equidistanza» tra le realtà di movimento e quelle di estrema destra che avvelena il contesto. Ultimi atti: la decisione di assegnare uno spazio a Boccea al centro sociale di destra Foro 753 e l'inclusione dei nuclei famigliari che occupano Casa Pound (anche questa di estrema destra) nella delibera per l'emergenza abitativa «conquistata con le nostre lotte», ha sottolineato Paolo di Action, l'agenzia per i diritti. Che a Veltroni chiede di «costituirsi parte civile al processo per la morte di Renato», anche quello determinato dal «clima di violenza neofascista che impera in questa città». L'assessore comunale Silvio Di Francia, intercettato fuori dal Campidoglio, ha detto che «il Comune si adopererà perché ci sia la massima trasparenza nel processo». Il deputato del Prc Smeriglio ha sferrato un duro attacco contro la politica di Veltroni: «Rifondazione non seguirà Veltroni sul patto per la sicurezza. Proposta indigeribile».