"La seconda edizione, Un concerto voluto dai ragazzi del Centro Giovani di Praticello (RE), nel 46° anniversario della repressione, per non dimenticare i morti di reggio emilia 7 luglio 1960 e per ricordare a molti che ancora oggi non è cambiato nulla...gli avvenimenti odierni lo dimostrano"...
A Praticello di Gattatico - Via Valle, 1 (RE)
Presso il Centro Giovani "La Palazzina"
Con:
ATARASSIA GROP
Mr. TOMATO
GAVROCHE
Inizio concerto ore 21:00
Sara' Allestito banchetto per ristorazione con gnocco fritto e
salume...birra a volonta'
La storia non dimentica:
Il 7 luglio 1960, nel corso di una manifestazione sindacale, cinque operai
reggiani, tutti iscritti al PCI, sono uccisi dalle forze dell'ordine. I loro
nomi, immortalati dalla celebre canzone di Fausto Amodei "Per i morti di
Reggio Emilia": Lauro Ferioli, Ovidio Franchi, Emilio Reverberi, Marino
Serri, Afro Tondelli. I morti di Reggio Emilia sono l'apice - non la
conclusione - di due settimane di scontri con la polizia, alla quale il capo
del governo Tambroni ha dato libertà di aprire il fuoco in "situazioni di
emergenza": alla fine si conteranno undici morti e centinaia di feriti.
Questi morti costringeranno alle dimissioni il governo Tambroni, monocolore
democristiano con il determinante appoggio esterno dei fascisti del M.S.I. e
dei monarchici, e apriranno la strada ai futuri governi di centro-sinistra.
Ma soprattutto, contrassegneranno in modo repentino un radicale mutamento di
clima politico nel paese: l'avvento della generazione dei "ragazzi con le
magliette a righe". Sino a quel momento i giovani erano considerati come
spoliticizzati, distanti dalla generazione dei partigiani e orientati al
mito delle "tre M" (macchina, moglie, mestiere): la giovane età di tre delle
cinque vittime testimonia invece la presa di coscienza, in forme ancor più
radicali della generazione che aveva resistito negli anni Cinquanta, di un
nuovo proletariato giovanile. Di questo mutamento di clima - dalla disperata
tristezza per il revanchismo fascista alla rinascita della speranza dopo i
fatti di luglio - sono testimonianza la poesia di Pasolini "La croce
uncinata" (aprile 1960) e l'articolo "Le radici del luglio" (Vie nuove, 29
ottobre 1960).