Ricordiamo con dolore quei 17 morti e 267 feriti massacrati nella galleria fra Firenze e Bologna il 23 dicembre 1984.
"Sangue a Natale" titola il manifesto che ricorda la Strage del Rapido 904, un sangue che grida vendetta più che mai, perché quei morti e quei feriti non hanno mai avuto piena giustizia. Ricordiamo la strage di Natale parlando di ciò che sta a cuore a tutte le vittime di mafia: la dissociazione.
Nel settembre del 2001, Pippo Calò, condannato all'ergastolo per la Strage del Rapido 904, tenta una "dissociazione" dalla mafia, affermando sì di aver fatto parte della mafia ,ma di non avere mai fatto stragi. Il cosiddetto "cassiere della mafia" nega quindi davanti ai magistrati di aver partecipato alla strage del Rapido 904, ossia tenta una linea morbida del "41 bis".
Nel ricordare oggi quel tragico anniversario del 23 dicembre del 1984, vogliamo dire a Pippo Calò e a quanti la vedono come lui: faccia il suo dovere il capo mafia, si penta e collabori con la giustizia, perché la dissociazione è uno dei punti del "papello" di Riina presentato allo Stato nell'estate del 1992 dopo la morte dei Giudici Falcone e Borsellino prima delle stragi del 1993.
La dissociazione è uno dei punti più controversi di questi tempi.
Riteniamo un'ignominia che uno Stato lasci intendere alla mafia che esista spazio per la "dissociazione", soprattutto quando essa è una voce inclusa in un elenco di richieste di un'ignobile trattativa fra mafia e Stato.
Riteniamo un'ignominia che uno Stato lasci intendere che per avere benefici, da parte del mafioso, non serva confessare crimini e criminali. Che non serva consegnare armi,o beni illeciti.
Dissociarsi è comodo, troppo comodo per tutti, per lo Stato e per la mafia.
Noi, pensando a tutte quelle persone massacrate all'interno di una galleria quasi calcolando tutto l'orrore che ne sarebbe derivato, ci stringiamo forte intorno ai parenti delle vittime.
Condanniamo con forza la vigliaccheria di chi non ha mai trovato il coraggio di combattere la mafia e i suoi accoliti fino in fondo, arrivando ad una verità giudiziaria completa, cercando scorciatoie di verità che non possono più accontentare nessuno.
Se nel 1992, in un elenco denominato "papello", la mafia chiedeva a suon di bombe la dissociazione, non si capisce perché nel 2001 si è ascoltato quello che aveva da dire Calò per nulla disposto a collaborare con la giustizia ma dispostissimo a "dissociarsi", con tutti i benefici che ne sarebbero conseguiti.
Cordiali saluti
Giovanna Maggiani Chelli
Presidente Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili