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"Lo Schiocco - Storie dalla strage di Brescia"

di Giancarlo Feliziani. Prefazione di Carlo Lucarelli. Limina Edizioni.

Un libro che racconta la strage di Brescia ripercorrendo le storie delle otto vite spezzate in uno dei giorni più neri della storia della Repubblica italiana.
Lo schiocco è il colpo di Stato, il sogno, l'idea che per anni accompagna schiere di neofascisti, politici e agenti segreti. Ma lo «schiocco» è anche il botto, la bomba, «lo scherzetto fatto ai rossi» a Brescia nell'anno delle stragi e, appunto, dei colpi di Stato mancati. Questa è una storia che comincia con delle bombe e con delle bombe finisce. E tra le prime e le ultime bombe, ci sono altre bombe ancora. Sono i cinque anni terribili del terrorismo nero in Italia, quelli che vanno da Piazza Fontana a Piazza della Loggia.
Il 28 maggio del '74 a Brescia è una giornata inaspettatamente plumbea e piovosa. Sono trascorsi esattamente sedici giorni dalla vittoria del «no» al referendum sul divorzio. L' Italia è quella dell'austerity e delle domeniche a piedi. Alle 10.12 sette etti di polvere da mina infilati in un cestino portarifiuti esplodono durante una manifestazione antifascista uccidendo otto persone. Cinque di loro non hanno neppure quarant'anni, sono tutti insegnanti, ma soprattutto amici, che hanno condiviso cene, lavoro e vacanze: cinque persone che hanno lavorato insieme nella scuola, costruito il sindacato e vissuto la politica con la passione e il sorriso.
I loro nomi sono Giulietta Banzi, Livia Bottardi, Clementina Calzari, Luigi Pinto e Alberto Trebeschi. Insieme a Euplo Natali, Bartolomeo Talenti e Vittorio Zambarda sono le vittime della strage di Piazza della Loggia. Seguendo il filo della memoria e dei ricordi l'autore ricostruisce le dinamiche di una vicenda che, a distanza di quasi trentadue anni, sembra non esserci mai stata e rischia di esistere solo nelle fantasie o negli incubi dei familiari e degli amici delle vittime. Dalla mattina dell'attentato, ai funerali con i fischi al presidente Leone; da Piazza Fontana, a Peteano fino all'Italicus, passando attraverso ricordi privati, personaggi sbandati, «grandi vecchi» senza scrupoli e trame inquietanti del terrorismo nero e della P2. Un libro che racconta i cinque anni più oscuri del dopoguerra.
Una storia, ancora oggi, piena di ombre e di silenzi.

Giancarlo Feliziani, giornalista, nel 2004 ha pubblicato con Limina Colpirne uno, educarne cento - la storia di Guido Rossa, giunto alla seconda edizione.