Strage di piazza Loggia. Processo da rifare, o quasi. I giudici della Quinta sezione penale della Cassazione hanno annullato la sentenza di assoluzione pronunciata dalla Corte d'Appello due anni fa a carico di Carlo Maria Maggi, il medico considerato il leader di Ordine Nuovo del Veneto, e Maurizio Tramonte, all'epoca giovanissimo militante di estrema destra.
Gli ermellini, dopo una camera di consiglio durata circa due ore, hanno accolto in parte il ricorso presentato dalla Procura generale di Brescia e annullato con rinvio alla corte d'Assise d'appello le assoluzioni per Maggi e Tramonte. Esce invece definitivamente dal processo per la strage di Piazza della Loggia Delfo Zorzi, l'ex estremista di destra oggi imprenditore in Giappone. La Cassazione ha infatti respinto il ricorso della Procura generale di Brescia e delle parti civili contro la sua assoluzione, che è quindi diventata definitiva.
Infine, è stato dichiarato inammissibile il ricorso presentato da una delle parti civili contro Francesco Delfino, assolto dai giudici del merito, per il quale la Procura di Brescia non aveva presentato appello. La sua assoluzione, dunque, era già passata in giudicato: l'accoglimento del ricorso della parte civile avrebbe portato soltanto alla riapertura di un processo in sede civile.
La sentenza dei supremi giudici condivide, quindi, almeno in parte, le richieste avanzate ieri dal pg di Cassazione Vito D'Ambrosio, che aveva chiesto di annullare con rinvio le assoluzioni di Maggi, Zorzi e Tramonte e di disporre un processo ai soli fini civili per Delfino.
E' stata accolta con le lacrime da parte dei superstiti e dei parenti delle vittime la sentenza della Quinta sezione penale della Cassazione, che ha stabilito che dovrà essere celebrato un nuovo processo per la strage di piazza della Loggia del 1974. «Meglio di così non poteva andare», ha detto commosso Redento Peroni, uno dei 103 feriti dalla bomba piazzata sotto il colonnato.
«Ritrovo il senso di una giustizia che ha dato risposte alla storia. Ritrovo compagni che oggi non ci sono più». Così Manlio Milani, presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage di Brescia, esprime il suo stato d'animo subito dopo la sentenza con cui la Cassazione ha annullato le assoluzioni di Carlo Maria Maggi e di Maurizio Tramonte, disponendo un nuovo processo d'appello. «Dopo 40 anni...», ha osservato Milani, appena il presidente della quinta sezione penale della suprema corte, Alfredo Maria Lombardi, ha terminato di leggere il dispositivo in aula. Milani ha perso nell'attentato la moglie Livia.