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Strage di Piazza della Loggia: cassazione per Maggi, Zorzi, Delfino e Tramonte
13 ottobre 2012

Brescia. Parti civili ed accusa hanno depositato i ricorsi in cassazione. Nella vicenda giudiziaria della strage di Piazza Loggia va in scena il terzo atto processuale del procedimento iniziato con l'inchiesta del 1993. Il 14 aprile scorso sono state confermate in appello le assoluzioni di tutti gli imputati: Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Maurizio Tramonte, Francesco Delfino e Pino Rauti. Ieri scadeva il termine per depositare il ricorso in cassazione. La Procura Generale ha depositato il ricorso nei confronti di Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi e Maurizio Tramonte. Le parti civili lo hanno fatto nei confronti di Carlo Maria Maggi, in un caso contro Francesco Delfino e in un altro contro Tramonte. Nell'atto dell'accusa diverse pagine sono dedicate a un tema che da sempre rappresenta un pilastro dell'impianto accusatorio: la credibilità di Carlo Digilio. Secondo l'accusa la Corte ha «negato il requisito della "spontaneità" delle dichiarazioni di Digilio pur senza avere in alcun modo dimostrato che le stesse derivassero da "domande suggestive ", da "costrizioni", da "pregresse intese fraudolente con altri coimputati" o, comunque, da "condizionamenti" che ne avessero potuto inficiare il valore». C'è poi Maggi, secondo l'accusa, che oltre che dalla chiamata in correità di Digilio è raggiunto da diversi elementi di prova e riscontri. In particolare Secondo i pg «Raho e Battiston temono di essere coinvolti nelle indagini per la strage di piazza Loggia perchè in quel periodo avevano frequentato assiduamente Maggi, Soffiati e Digilio; c'è il pericolo che deriva, in particolare, dal fatto che Maggi è vivo; Maggi che ha la disponibilità presso lo Scalinetto di Venezia ed unitamente a Digilio ed unitamente a Digilio, dell'esplosivo utilizzato per la strage di piazza della Loggia. Ancora Maggi che, secondo Raho, si è servito di Soffiati per trasportare l'esplosivo destinato alla strage di Piazza della Loggia. E Maggi; che, in Ordine Nuovo è sovraordinato a Digilio e gli commissiona attività concernenti il perfezionamento di ordigni esplosivi per l'esecuzione di attentati. Ancora Maggi che ha rapporti quotidiani con Digilio, gioca a carte con lui e con Battiston e lo foraggia economicamente; Maggi che ha paura nel 1995/1996 per la collaborazione che Battiston e Raho potrebbero intraprendere con riferimento alla strage di piazza della Loggia. Sempre lui è l'unico rappresentante della destra eversiva che esalta esplicitamente la strage come mezzo di lotta politica e che pochi giorni dopo la strage di Brescia, afferma che la stessa non deve rimanere un fatto isolato e programma tutta una serie di ulteriori attentati. Poi Maggi che ha rapporti di sovraordinazione con appartenenti alle SAM, destinatarie della Gelignite utilizzata per l'esecuzione dell'attentato; Maggi che ha rapporti con Buzzi coinvolto nella strage. Tutto ciò secondo i magistrati Di Martino e Piantoni che poi scrivono: «La lettura unitaria delle suddette proposizioni è impressionante. Sostenere come fa la Corte , che le stesse non costituiscono, nel loro insieme, un riscontro alla chiamata in correità di Digilio appare un insulto alla logica» E ancora: « La Corte ricadendo in un errore già del giudice di primo grado, contrariamente a quanto ha affermato apoditticamente nelle premesse, ha in realtà polverizzato gli indizi (gravi, precisi e concordanti) che gravano in capo agli imputati Carlo Maggi, Delfo Zorzi e Maurizio Tramonte, chiedendosi ad uno ad uno e non nel loro complesso se gli stessi avessero una valenza tale da poter adeguatamente sorreggere l'impianto accusatorio che ha, come prova di partenza, la chiamata in correità di Carlo Digilio». I magistrati poi insistono sull'opera di «segmentazione» del quadro complessivo che si ripercuote su Maggi, Zorzi e Tramonte. Zorzi che, tra l'altro «non può essere ritenuto colpevole solo per le accuse di Digilio, solo perchè come Maggi o pochi altri predicava stragi». Maggi che a sua volta non può essere ritenuto colpevole «solo, tra l'altro, solo per le accuse di Digilio o solo perchè il capo di Ordine Nuovo mestrino». Ed infine Tramonte, tra l'altro, «non può essere ritenuto colpevole, solo per aver ammesso, durante le indagini preliminari, d'aver partecipato alle riunioni preparatorie della strage di Brescia». «Tuttavia - concludono i due inquirenti - non si può negare che gli elementi di prova che sono stati enunciati nelle pagine precedenti, correttamente valutati e correlati tra loro, meritino di essere sottoposti ad un nuovo giudizio di merito, previo annullamento della sentenza impugnata».
M.P.