Otto o nove i caduti di Piazza Loggia? Ufficialmente otto: sei le persone rimaste uccise sul colpo (Giulietta Banzi Bazoli, Livia Bottardi Milani, Clementina Calzari Trebeschi, Euplo Natali, Bartolomeo Talenti, Alberto Trebeschi), due decedute pochi giorni più tardi (Luigi Pinto e Vittorio Zambarda).
Tuttavia ancora oggi resta il dubbio di una nona vittima. Non ho infatti conoscenza se mai sia stato definitivamente chiarito il «caso» del medico soncinese Giacomo Corvini, nostro concittadino nell'immediato dopoguerra, apprezzato chirurgo della Poliambulanza, poi, trasferitosi altrove, «medico di bordo» sulle navi da crociera, infine «condotto» a Ischia.
Il dottor Corvini era in piazza quel tragico mattino. Fu investito dall'onda dell'esplosione e da alcuni frammenti del cestino portarifiuti. L'urto fu di grande violenza, a tal punto che alcune monete da cento lire, che Corvini aveva in una tasca dei pantaloni, gli si conficcarono nelle carni, causandogli dolorose, invalidanti ferite.
La sua fotografia, scattata pochi istanti dopo lo scoppio, è comparsa più volte nelle pagine dei giornali dell'epoca e anche di recente. È l'anziano col volto sporco di sangue e fango, seduto sul selciato della piazza, a pochi passi dalla colonna epicentro della deflagrazione. Dalla drammatica immagine si percepiscono il suo stato di choc, lo smarrimento, la sofferenza e una disperata richiesta d'aiuto.
Il dottor Corvini era in piazza per incontrare la moglie e una figlia alle quali aveva dato appuntamento, ignorando della programmata manifestazione antifascista promossa dai sindacati della scuola e dal Cup. Possono essere state quelle ferite l'inizio della sua fine? Anch'egli può essere annoverato tra i caduti della strage?
Non ho notizie certe di indagini approfondite volte a stabilire se la sua morte possa essere collegata all'attentato. Ricordo, però, che anni fa l'allora sindaco Paolo Corsini si occupò del caso. Ma nulla si è più saputo di quell'interessamento. Ufficialmente.
Sergio Castelletti