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Il casolare di Paese c'è . L'aveva indicato Digilio

Il casolare di Paese non è un'invenzione. La procura è convinta di aver messo a segno un bel colpo: gli investigatori sono riusciti a trovare il casolare in provincia di Treviso di cui ha parlato il pentito Carlo Digilio. Il casolare è indicato da Digilio come luogo utilizzato da Giovanni Ventura per depositare armi e esplosivi e per preparare gli ordigni utilizzati negli attentati ai treni nell'agosto del '69. Finora il casolare non era stato individuato, non c'erano mattoni e muri a confermare le parole del pentito. Ora le carte in tavola cambiano: il casolare c'è, vi si accede da via della Libertà e si supera sulla destra una cappella, proprio come aveva indicato Digilio nei suoi racconti. E con foto e rilievi del casolare alla mano per la procura la credibilità di Digilio guadagna punti. Per i pm non vi è alcun dubbio che il casolare di cui parla Digilio sia il «rustico» di Sergio Bon che si trova in via della Libertà 1, a Paese. Al casolare la procura è arrivata grazie all'avvocato Giuseppe Sbaiz che curava gli interessi della famiglia Bon, proprietaria a Paese di un mobilificio. Sbaiz ricorda che Bon affittò il casolare a Ventura, ma lo allontanò perchè non era regolare nei pagamenti e perchè vide delle armi. Il casolare di Paese è stato individuato, non la «casaccia» che Delfo Zorzi avrebbe avuto a Mirano e dove - sempre secondo le dichiarazioni di Digilio - Marcello Soffiati si sarebbe recato per prendere la valigetta con l'esplosivo usato in piazza della Loggia. Della «casaccia» parla anche Martino Siciliano: «La ricordo bene, lì si svolgeva l'attività illecita del gruppo, contraffazione di articoli in pelle con finti marchi. Ma nonostante tutte le ricerche la «casaccia» di Mirano non è ancora stata trovata.