Maurizio Tramonte, uno dei cinque imputati assolti per la strage di piazza Loggia del 28 maggio 1974, ha compiuto i 59 anni a casa. Il 4 agosto ha festeggiato il compleanno da uomo libero: è stato scarcerato lo scorso 26 luglio dopo aver scontato la condanna che gli era stata inflitta per il reato di bancarotta.
AD AVVICINARLO alla scarcerazione ha contribuito anche l'anno e mezzo di custodia cautelare scontata durante la celebrazione del processo per la strage. Grazie all'assoluzione con formula dubitativa per tutti gli imputati Tramonte ha pagato il suo debito con la giustizia ed è tornato libero. Assistito dagli avvocati Marco Agosti e Leonardo Peli si prepara ad affrontare il processo d'appello che potrebbe essere celebrato già l'anno prossimo: gli atti sono arrivati in corte d'appello, il procedimento finirà davanti alla corte d'assise d'appello presieduta da Enzo Platè.
Tramonte, imputato con Delfo Zorzi, Carlo Maria Maggi, Francesco Delfino e Pino Rauti, è stato assolto a novembre dalla corte d'assise presieduta da Enrico Fischetti. Per l'accusa il ruolo di Tramonte era centrale: informatore dei servizi segreti negli anni Settanta con il nome in codice di «Fonte Tritone» venne infiltrato in ordine Nuovo per fornire informazioni sui piani dell'estrema destra. Nelle sue veline, secondo quanto sostenuto dall'accusa al processo, c'erano le informazioni sulla strage di piazza Loggia.
DIVENTATO per un certo periodo collaboratore di giustizia Tramonte confessò di aver partecipato a Abano alla riunione in cui venne decisa la strage di Brescia, costata la vita a otto persone e il ferimento di altre 103. Si tratta di dichiarazioni che Tramonte ha completamente ritrattato e che ha confermato come infondate anche nel corso del processo terminato lo scorso novembre.
Tramonte ha preso parte al processo da detenuto, ma adesso è tornato libero.