Pino Pelosi non agì da solo. E ci sarebbe almeno un'altra persona che avrebbe partecipato direttamente al delitto di Pier Paolo Pasolini. E' quanto sostiene un nuovo testimone, a trentacinque anni dall'omicidio dello scrittore. Le sue dichiarazioni sono state raccolte dall'avvocato Stefano Maccione, che lo scorso anno aveva chiesto la riapertura delle indagini su quanto accadde all'Idroscalo di Ostia la notte fra l'1 e il 2 novembre del 1975. "Si tratta di dichiarazioni che nelle prossime ore affideremo al pubblico ministero - dice Maccione - e che potrebbero aprire nuove piste investigative". E che contribuiscono a riaccendere l'attenzione sul caso, tornato nelle scorse settimane all'attenzione delle cronache con le dichiarazioni del senatore Marcello Dell'Utri a proposito di un capitolo del romanzo Petrolio al quale lo scrittore stava lavorando prima di morire.
La persona ascoltata, secondo le anticipazioni, non sosterrebbe soltanto che Pelosi non agì da solo, circostanza peraltro più volte, negli anni, ribadita dallo stesso Pelosi e acclarata dalla sentenza di primo grado. Il teste fornirebbe anche un nome finora non emerso, quello di un uomo presenta quella notte a Ostia e che adesso potrebbe essere rintracciato dagli investigatori. Nel racconto raccolto, secondo l'avvocato, ci sono "particolari molto importanti" e relativi in particolare "alle modalità dell'omicidio".
Il misterioso teste, comunque, riferirebbe di circostanze apprese da terze persone circa due anni fa. Persone alle quali uno degli assassini si sarebbe rivolto - non è chiaro a quale scopo - nelle fasi immediatamente successive all'assassinio di Pasolini. "Il nostro testimone è pronto a confermare il suo racconto ai magistrati e, se necessario, a sostenere qualunque confronto", ha detto Maccione aggiungendo soltanto che la persona in questione apparteneva agli stessi ambienti di Pelosi.
Toccherà dunque al sostituto procuratore Francesco Minisci valutare la credibilità della deposizione raccolta dal legale. Lo stesso legale che il 24 marzo scorso aveva chiesto l'audizione del senatore Marcello Dell'Utri, chiamato a riferire sul rinvenimento e la scomparsa di un capitolo di Petrolio, il libro cui stava lavorando Pasolini prima di morire: 78 pagine in cui si parlava anche del delitto Mattei e che Dell'Utri aveva promesso di divulgare il 14 marzo scorso, al salone del libro antico di Milano. Una promessa non mantenuta.