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Napoli, 17 marzo 2001: giustizia è fatta
Avv. Nicola Vetrano (difensore di parte civile Antonio D'Alessandro, commissario del Prc di Napoli)
27 gennaio 2010

I fatti del 17 marzo 2001, l'indebito trattenimento e cattura di decine e decine di manifestanti, senza alcun titolo giustificativo emesso dall'autorità giudiziaria o valutato dalle stesse forze dell'ordine hanno avuto qualche giorno fa la sanzione della sentenza della IV sezione del Tribunale di Napoli, presieduta nel collegio C da Clara Donzelli, che ha condannato i due vicequestori Solimene e Ciccimarra, come capi e alcuni agenti, come esecutori, per l'indebito prelievo negli ospedali e trattenimento in caserma per ore, in condizioni inumane e degradanti, di numerosi manifestanti, durante una manifestazione pacifica, degenerata solo nel finale per violentissime cariche effettuate dalle forze dell'ordine. Questa sentenza fa un passo in avanti per affermare un giudizio veritiero sui fatti, anche se interviene troppo tempo, quando molte delle contestazioni di reato fatte ai poliziotti son già prescritte. Questo dato deve farci riflettere sullo stato di crisi in cui si trova il processo penale nel nostro ordinamento, uno stato da cui non si esce col cosiddetto processo breve, uno stato aggravato dalle numerosissime leggi ad personam imposte dal premier Berlusconi negli anni, ma anche dai mancati stanziamenti e dalle mancate razionalizzazioni del sistema giudiziario che governi che si son succeduti non hanno voluto deliberare, presi dall'assillo liberista di contenere la spesa. Ma questa sentenza stabilisce quale debba essere il corretto comportamento delle forze dell'ordine e di chi le dirige anche di fronte a casi di tensioni e turbative dell'ordine pubblico, che, per la verità, in quell'occasione, provennero prevalentemente dalle forze dell'ordine, come noi potemmo vivere e testimoniare direttamente. Questa sentenza è un primo riscontro - come ha riconosciuto proprio l'Avv. Rastrelli, difensore di molti degli imputati - all'esposto denuncia presentato subito dopo i fatti da Rifondazione comunista. E' anche un premio al lavoro degli investigatori e dei colleghi delle parti civili, persone offese dal reato provenienti da tutta Italia, come gli avvocati che li hanno difesi, costituendo una rete difensiva a loro tutela, che ha visto nell'Avv. Liana Nesta una figura preziosa ed indispensabile, come si è visto pure nell'arringa difensiva finale per persone gravemente danneggiate dall'azione arbitraria della polizia. Fu sequestro di persona aggravato dalla qualità degli esecutori del fatto, e questo darà alle vittime anche la possibilità di giusti risarcimenti. Certo, la verità dei fatti, come insegnava Dürrenmatt, di fronte al processo penale è sempre parziale, e si dovrebbero indagare le responsabilità politiche di chi accolse con la repressione le insorgenze del movimento sulla globalizzazione neoliberista che ha caratterizzato l'inizio del secolo, ma oggi possiamo dire: giustizia è stata fatta, noi vi abbiamo contibuito. E ciò tutelerà, ancor più durante la spaventosa crisi economica che stiamo vivendo, chi continuerà a battersi per i suoi diritti e per un mondo più giusto, nel solco di quei valori costituzionali che oggi son sotto attacco, e che per i comunisti sono sempre da inverare e valorizzare.