Non sono bastati sette anni per chiudere il processo sulle presunte violenze nella caserma Raniero. Non sono state sufficienti udienze fiume per accertare le responsabilità dei trentuno imputati e per verificare le versioni rese in aula dalle parti offese. Il processo ai poliziotti - quinta penale, presidente Donzelli - è a rischio prescrizione. Lo ha spiegato ieri in aula il pm Fabio De Cristoforo, che ha annunciato ai giudici e alle parti le prossime mosse della Procura: «Il pm ha infatti intenzione di chiedere la prescrizione per la stragrande maggioranza dei capi imputazione e per la stragrande maggioranza degli imputati». È il processo dei grandi numeri che rischia di finire in un nulla di fatto, di fronte a un'istruttoria resa complessa da centinaia di testimonianze. Dure le accuse contestate ad aprile del 2002 a carico di due dirigenti di via Medina e di 29 agenti che svolsero il servizio d'ordine durante le concitate giornate del global forum napoletano nel marzo 2001, (ritenuto una sorta di anticipo rispetto a quanto serebbe avvenuto ad agosto del 2001, al G8 di Genova): i pm ipotizzarono accuse di sequestro di persona, abuso d'ufficio, lesioni, violenza privata, falso ideologico. In tutto 51 capi d'imputazione. Ben 83 le presunte persone offese, indicate come vittime di pestaggi e violenze avvenute all'interno della caserma di piazza Carlo terzo, dove vennero condotti e interrogati i manifestanti rimasti coinvolti negli scontri di piazza. Una pagina per molti versi oscura della cronaca cittadina, che sollevò un duro scontro tra polizia e Procura (all'epoca guidata da Agostino Cordova) che rischia di rimanere fuori da un compiuto accertamento dei fatti. La prossima udienza è fissata il 21 gennaio, quando il pm ufficializzerà quali sono le posizioni e i capi d'imputazione a rischio prescrizione. Due le posizioni più in vista nel corso del dibattimento, quella dei vicequestori Carlo Solimene e Fabio Ciccimarra. Il processo è fermo ai testi della difesa, la parola passa ai penalisti Gianluca Bucciero, Eugenio Cricrì, Arturo Frojo, Gaetano Laghi, Sergio Rastrelli, Sergio Pisani. Tra i capi d'accusa, anche l'ipotesi secondo la quale alcuni manifestanti vennero prelevati dagli ospedali e condotti con la forza in caserma, secondo quanto ricostruito da decine di giovani provenienti da diverse città italiane.