Sarebbero in forte calo gli incidenti sul lavoro nel settore edile. Secondo l'associazione nazionale costruttori edili - che cita come fonte l'Inail - gli infortuni nei cantieri, dopo quattro anni di costante diminuzione, avrebbero subito nei primi sei mesi del 2006 un ulteriore calo del 9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Non solo, ma la media di infortuni che si verificano in Italia, sarebbe sensibilmente inferiore rispetto alla media europea. Una bella sorpresa, specialmente per chi, come questo giornale, è quasi quotidianamente costretto a riportare notizie di infortuni o morti sul lavoro. Tuttavia da più parti sono giunte forti perplessità sull'affidabilità dei numeri forniti dall'Inail. Sono molto diverse infatti le informazioni elaborate dall'Anmil (associazone nazionale mutilati e invalidi del lavoro) che ha calcolato per il primo semestre dell'anno in corso un aumento degli incidenti pari allo 0,8%. Ma come si spiegano queste divergenze di risultati? Per la responsabile della comunicazione dell'Anmil, Marinella de Maffutiis, il problema sta nel fatto che l'Inail, per le sue stime, mette a confronto dati non omogenei tra loro. In altre parole, per calcolare la differenza tra gli infortuni denunciati nei primi mesi del 2005 e quelli denunciati nello stesso periodo del 2006, utilizza un dato definitivo (infortuni 2005) con uno provvisorio (infortuni 2006), dando luogo così a distorsioni dal punto di vista statistico. «Noi usiamo la stessa base di dati dell'Inail - ha spigato De Maffutiis - ma raffrontando grandezze omogenee tra di loro, e il risultato è un numero di incidenti, per il 2006, leggermente crescente rispetto a un anno fa». Le statistiche ufficiali non convincono nemmeno il segretario generale della Fillea Cgil, Franco Martini. «Se si sta dietro ai balletti di cifre non si finisce più - ha dichiarato Martini - i dati per il primo trimestre indicavano un aumento del 3%, adesso una diminuzione del 9%. Si tratta di un trend non consolidato e resta comunque alto il livello di guardia». Per Martini rimangono pesanti criticità nel settore delle costruzioni: il 20% degli incedenti mortali riguarda gli immigrati, se si considera che al nord i nuovi lavoratori sono quasi esclusivamente stranieri è facile rendersi conto della gravità della situazione. «E' indubbio che il pacchetto Damiano dia alcuni risultati in termini di contrasto del lavoro nero - ha aggiunto Martini - ma è importante rivedere la normativa sugli appalti, già nel tavolo sul lavoro che si aprirà il 5 dicembre». A seguito del decreto Bersani, infatti, dall'1 ottobre i datori di lavoro devono munire i lavoratori di un tesserino di riconoscimento e iscriverli regolarmente nel registro di cantiere. La comunicazione del nuovo rapporto di lavoro nel settore edile deve essere effettuata un giorno prima dell'inizio dell'attività lavorativa (sanzione da 1.500 a 12 mila euro a lavoratore, maggiorata di 150 euro per ciascuna giornata di lavoro effettivo). Inoltre gli ispettori possono adottare provvedimenti di sospensione dei lavori dei cantieri se il 20% dei lavoratori sono irregolari. Tutti gli sforzi però rischiano di rivelarsi inutili se non si mette mano alla riforma del sistema degli appalti, eliminando la pratica delle offerte al massimo ribasso.