Chi vi scrive sono gli operai della ThyssenKrupp di Torino costituiti Parte Civile nel processo contro la multinazionale tedesca, per questo motivo pesantemente discriminati e non ancora ricollocati da Azienda ed Enti Locali (tutti costituiti nel procedimento al nostro fianco) nonostante un accordo (luglio 2007) preveda la ricollocazione per tutti i lavoratori.
Come saprete in questi giorni la Corte d'Appello emetterà finalmente, dopo tre anni, la sentenza di primo grado, che ci attendiamo di condanna per tutti gli imputati, vista la loro condotta prima e durante il processo. Per la prima volta in Italia ci siamo costituiti parte civile contro una multinazionale come la ThyssenKrupp, che ha subito fatto ricorso a meschinità di ogni genere: già all'indomani della strage il tentativo di sostituire gli estintori manuali e carrellati per far apparire in buone condizioni i dispositivi di sicurezza all'interno dello stabilimento, sventato grazie alla presenza degli operai, esclusione dalla costituzione nel processo di decine di lavoratori (circa 80) con i famosi verbali di conciliazione capestro, mancato pagamento delle spettanze di fine rapporto (buona uscita prevista dall'accordo) e per questo il ricorso in giudizio da parte dei lavoratori (una decina le cause già vinte in tutti i gradi di giudizio dai lavoratori), il ricorso alla falsa testimonianza di oltre venti tra dirigenti, ex operai e Ispettori dell'Asl To1 conniventi con l'Azienda e infine la gravissima discriminazione a danno di una ventina di operai (quasi tutti costituiti parte civile nel processo), mai ricollocati dall'Azienda.
Negli ultimi tre anni noi lavoratori, che abbiamo portato avanti con coraggio e determinazione una giusta battaglia per la Verità e la Giustizia, siamo stati completamente abbandonati dalle Istituzioni di questa città. Abbiamo ottenuto due proroghe degli ammortizzatori sociali ma il nostro obiettivo principale era e rimane un lavoro sicuro e dignitoso, come avvenuto per altri colleghi (assunti a tempo indeterminato per es. in Amiat e Alenia Aerospazio.
Questa discriminazione è avvenuta anche grazie al Comune di Torino, che si è reso responsabile della ricollocazione di decine di operai in Amiat (nessuno costituito parte civile!), cosa ancor più grave perché a discriminare è un'Istituzione, che dovrebbe invece garantire i diritti di tutti i cittadini, senza distinzioni.
Ci rivolgiamo a Voi, in veste di possibili futuri sindaco della nostra città, per chiedervi con forza che venga inserita nel vostro programma di governo della città la questione del rilancio del lavoro, per gli operai della ThyssenKrupp discriminati, ed inoltre la salvaguardia della finalità urbanistica delle aree di proprietà della TK e quelle attigue di FinTechna (ex IRI), in modo da far sì, di scongiurare "appetiti speculatori", questioni messe fuori dall'agenda politica da tutte le forze politiche negli ultimi quattro anni.
Torino, città dalla grande tradizione progressista e operaia, non può tollerare ancora a lungo questa situazione di precarizzazione del lavoro, delocalizzazione delle imprese, esclusione dei giovani dal mondo del lavoro, insicurezza del vivere quotidiano. Noi che abbiamo visto chiudere in maniera così tragica la nostra fabbrica ed abbiamo perso anche il posto di lavoro sappiamo bene quanto sia difficile vivere in una situazione così precaria. E questo vale per altre migliaia di giovani e meno giovani, italiani e immigrati, donne, precari nella nostra città. La politica deve necessariamente mettere al centro la questione del lavoro, a partire dal rilancio dei giovani, linfa vitale di questo paese.
Pertanto chiediamo ai candidati sindaco di prendere una posizione chiara in proposito e di pronunciarsi su questo argomento importante e delicato.
Ovviamente essendo operai e per giunta protagonisti di una vicenda difficile e drammatica come la nostra, Vi ricordiamo che da tempo abbiamo smesso di credere alle favole...
Gli operai ThyssenKrupp di Torino