Ieri l'ennesimo morto sul lavoro in Italia: un edile di 54 anni, Sabatino Bossi, è morto cadendo da un'impalcatura alta 6 metri, a Mola di Bari. Una serie che non si arresta, e che nel mondo raggiunge picchi spaventosi: sarebbero 2,2 milioni le persone che perdono la vita lavorando ogni anno, a causa di «incidenti» e malattie professionali, mentre il numero degli infortuni ammonterebbe a 270 milioni. Le cifre sono state diffuse dall'Ilo: l'Organizzazione mondiale del lavoro ha presentato il rapporto in occasione della Giornata mondiale per la salute e sicurezza, che si celebra oggi.
L'Ilo ha anche fornito i dati sulle malattie professionali: sarebbero 160 milioni i casi denunciati ogni anno, mentre il danno economico causato alla società mondiale dai fenomeni infortunistici è quantificabile nel 4% del Pil globale. Per sensibilizzare i vari paesi sul tema, l'organizzazione ha legato il tema della sicurezza a quello della «dignità» del lavoro: ovvero, non esiste un lavoratore protetto dai rischi se nello stesso tempo non c'è la garanzia di tutto l'insieme dei diritti contrattuali e sindacali. Devono essere assicurate le ispezioni, rispettate le norme internazionali e assicurato il «dialogo sociale». Sameera Maziadi Al-Tuwaijri, responsabile sicurezza dell'Ilo, ha indicato le «buone pratiche» da attuare: «Denuncia degli incidenti e delle malattie professionali, ispezioni e rispetto delle norme: gli incidenti non sono intrinseci al lavoro, la prevenzione può contribuire ad evitarli».
Tornando in Italia, il ministero del Lavoro e l'Ipsema (istituto contro gli infortuni marittimi) hanno diffuso i dati sui morti e feriti nel mare, secondo la Commissione Ue il terzo comparto più colpito dopo edilizia e agricoltura: i lavoratori del nostro paese sono 100 mila e subiscono 4 infortuni al giorno. La maggiore concentrazione si registra nella categoria «passeggeri» (48%), seguita da «carico» (22%) e pesca (16%). I casi mortali sono purtroppo in aumento: dai 7 decessi nel 2005 si è passati a 12 nel 2006, e nel 2007 il trend pare avviato a peggiorare ulteriormente.
L'Anmil fa notare che non vanno dimenticate le malattie professionali: sono 192.111 i lavoratori che a fine 2006 percepiscono una rendita Inail per invalidità da malattia.
L'Inail, dal canto suo, non ha ancora consolidato i dati 2006: è già chiaro però che l'anno scorso è rallentato il calo degli infortuni. Se nel 2005 erano scesi del 2,8% rispetto al 2004, l'anno scorso si sono ridotti dell'1,3% rispetto al 2005. In generale, comunque, tra il 2002 e il 2006 gli incidenti sarebbero diminuiti del 6,5%. Le «morti bianche» denunciate nel 2006 sono state 1280, ma dopo gli ultimi aggiornamenti potrebbero salire ai livelli del 2004 (1328), dunque in netto aumento. Salgono gli extracomunitari colpiti: (116 mila denunce, +3,7% rispetto al 2005, +25,2% rispetto al 2002), mentre un infortunato su 4 è donna.
Intanto le tv rispondono all'appello per un minuto di silenzio, lanciato dal leader Cgil Epifani e ripreso dall'associazione Articolo 21: Tg3, Rainews24 e Skytg24 si fermeranno dalle 12 alle 12,01 dell'1 maggio. E ieri a Bergamo i lavoratori hanno fatto uno sciopero generale di due ore.