Se non bastasse l'evidenza, c'è sempre il dato statistico a confermare che nei luoghi di lavoro è in corso una vera e propria guerra. Lo ricorda l'Inail, secondo la quale le morti bianche tornano a crescere: nonostante 5 anni di continua diminuzione, le stime per il 2006 parlano infatti di una recrudescenza del fenomeno. Anche se il dato non è ancora definitivo, infatti, la proiezione che emerge dalle statistiche dell'Inail indica che il numero degli incidenti mortali è salito lo scorso anno a quota 1.280. E le variazioni attese rischiano di essere solo in aumento. Nel 2005 il numero degli infortuni mortali era sceso a 1.255. Non solo; le indicazioni che emergono dai dati, mostrano che la ripresa delle morti è legata soprattutto agli incidenti che avvengono nel settore dell'edilizia, passati da 276 del 2005 ai 282 delle stime parziali 2006 e nei servizi, dove crescono gli incidenti nella sanità (da 13 a 27 del 2006). Nel settore dei servizi, addirittura, la controtendenza, rispetto ai precedenti anni di calo, si mostrava già nel 2005. Nei settori tradizionali dell'industria, invece, il trend continuerebbe a scendere (da 273 del 2005 a 266 delle stime 2006). Così come continua a scendere il numero degli incidenti non mortali. In Italia, ogni anno - ricorda invece l'Associazione nazionale mutilati e invalidi sul lavoro - avviene circa 1 milione di infortuni; di questi, 30.000 comportano invalidità permanenti. In totale, ad oggi, risultano titolari di rendita Inail oltre 900.000 persone (tra infortunati, vedove e orfani). Nel 2005 l'Inail ha contato 939.566 infortuni sul lavoro di cui 8.382 a giovani al di sotto dei 17 anni. Il tutto con costi annui valutati in ben 42 miliardi di euro, di cui 5 miliardi per prestazioni economiche alle vittime o alle loro famiglie (rendite). Il resto sono i costi per le spese sanitarie e gli oneri dell'Inps per le giornate lavorative perse.