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Edilizia in Puglia: due morti in una sola settimana
Entrambi giovani, uno addirittura di 17 anni; in nero, senza tutele o misure di sicurezza. A Corato e Noicattaro
Gianni Lannes
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)
8 aprile 2007

Non se n'è accorto nessuno: un altro giovane operaio è morto in Puglia, soffocato dalla ghiaia destinata ai cantieri abusivi dell'ex California d'Europa, dove ormai spadroneggiano le mafie massoniche e intercontinentali.
Nicola Lamorgese era nato 29 anni fa a Rutigliano, in provincia di Bari. E' rimasto ucciso il 2 aprile nell'impianto di frantumazione Nitti, in contrada Corrado, nelle campagne di Noicattaro. In questo cantiere fuorilegge si lavorano grossi massi per ottener ghiaia da utilizzare nelle dilaganti opere edili. L'ultima notizia è agghiacciante: nessuna autopsia sul suo corpo. Lo ha deciso il sostituto procuratore Antonino Lupo.
Mancavano pochi minuti alla fine del turno di lavoro e l'operaio si trovava su un terrazzino in cima ad un'enorme cisterna colma di ghiaia e materiale di risulta. Nicola stava controllando alcune condutture interne quando è stato travolto da un getto di sabbia ed è precipitato nella cisterna di ghisa. Il fratello maggiore Francesco, di 35 anni, lo ha visto morire sotto i propri occhi e non ha potuto far nulla. I carabinieri su disposizione del giudice Lupo hanno sequestrato l'azienda e la documentazione relativa ai lavori in corso. Nicola Lamorgese lavorava in condizioni di grave insicurezza da almeno due anni.
«Al momento non ci sono indagati - spiega il capitano dell'Arma, Domenico Baldassarre, comandante della compagnia di Triggiano - ma è solo questione di tempo». La famiglia di Nicola - la moglie Anna e due figli di 6 e 3 anni - abitava in via Aldo Moro, in una casa di quaranta metri quadrati: la camera da letto e il salotto dove, divisa da una tenda bianca, c'è la cucina arredata con pochi semplici mobili.
Secondo quanto hanno accertato i carabinieri, che stanno ricostruendo le fasi dell'incidente, il giovane è deceduto per asfissia. Soltanto il 17 marzo scorso era morto a Corato, in un grave incidente sul lavoro, Giuseppe Di Vincenzo, di appena 17 anni. Il ragazzo stava effettuando il collaudo dell'impianto del gas, quando dalla saldatrice che aveva in mano si è sviluppata una fiammata che lo ha investito in pieno. Giuseppe era stato poi trasportato all'ospedale Umberto I di Corato da ignoti che si dileguarono subito senza dare spiegazioni. L'operaio era rimasto ustionato nel cantiere per la realizzazione di una nuova sala ricevimenti. Dopo un'agonia durata cinque giorni è venuto a mancare nell'ospedale Cardarelli di Napoli, con ustioni di secondo e terzo grado sul 70 per cento del corpo.
Giuseppe, che viveva ad Andria con la sua famiglia, aveva iniziato a lavorare solo il giorno prima dell'incidente e non era neppure stato assicurato. La Cgil pugliese ha denunciato da tempo il fenomeno: i cantieri edili, grazie alla manodopera italiana e straniera a buon mercato e senza diritti, tirano avanti nella piena e totale illegalità. Basta inoltrarsi in qualunque costruzione per rendersene conto; in attesa delle prossime vittime, decisamente annunciate.