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Alla Conferenza gli interventi di ministri e autorità. Bertinotti: «Ridare voce e visibilità ai lavoratori»
Napolitano: «Precarietà causa delle morti bianche»
Francesca Pilla
Fonte: Il Manifesto (http://www.ilmanifesto.it)
26 gennaio 2007

«Non solo denunce commosse e indignate, ma decisioni efficaci: le principali cause degli incidenti sono la precarietà e la mancanza di garanzie». E' il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a fissare la scaletta della seconda conferenza per la sicurezza sul lavoro che ha aperto i lavori ieri a Napoli. In un videomessaggio ha bocciato precarietà e lavoro nero, ricordato chi si ferisce e muore per guadagnarsi da vivere, dato l'ok al Testo unico che verrà presentato oggi a Bagnoli.
Che non bisogna invece tenere un atteggiamento «aristocratico» quando si parla di lavoro, l'ha ricordato Fausto Bertinotti alla platea di Città della scienza. Per il presidente della Camera «bisogna ascoltare prima di tutto i lavoratori per legiferare poi sulla loro sicurezza». Punto importante, perché al centro delle polemiche in questi giorni: il convegno non ha dato spazio alla voce dei lavoratori. Ben venga, dunque, che almeno sia dedicato a Giovanna Curcio, e Annamaria Mercadante, le due donne morte il 5 luglio scorso a Montesano, in una fabbrica-garage di materassi nel salernitano, che i loro parenti siano seduti in sala, che il ministro del lavoro Cesare Damiano e il presidente Antonio Bassolino li abbiano incontrati di persona, che una delegazione ufficiale li sia andati a prendere a casa per accompagnarli alla manifestazione, ma perché non prevedere interventi diretti dei lavoratori, i protagonisti della due giorni?
Una «sbavatura» nell'organizzazione della kermesse che invece i temi cruciali ha deciso di affrontarli, lanciando alcune novità come la sicurezza da insegnare nelle scuole e nelle università. Una proposta di Damiano, accolta e amplificata dal presidente del consiglio Prodi intervenuto in videoconferenza. Per due giorni in una grande città del Mezzogiorno - dove le cifre della disoccupazione e degli irregolari raggiungono livelli insopportabili - si parla degli invisibili, dei lavoratori a nero, dei precari, dei morti sul lavoro, degli infortuni, delle tutele che devono garantire la vita di ogni individuo. Perché, come ha detto Bertinotti, «la salute non si monetizza», non è una merce di scambio e perché queste - come invece ha sottolineato Napolitano - «sono in effetti le cause principali dell'abnorme frequenza e gravità degli incidenti, anche mortali, sul lavoro».
Indignazione e buoni propositi in tutti gli interventi. «Lavorare in sicurezza è questione di sviluppo, competitività, crescita economica e democrazia», ha detto il ministro della salute Livia Turco. La conferenza è una dichiarazione unanime di tutte le istituzioni a voler potenziare la rete di prevenzione già esistente, gli istituti sanitari locali, gli organi preposti, ad aiutare il sindacato, ma anche la promessa e l'impegno a fare di più introducendo nuove forme di penalizzazione per gli imprenditori inadempienti. Elementi presenti nel Testo unico pronto al varo. Una legislazione che, ha detto Napolitano, deve «vedere presto la luce», anche con «la collaborazione tra opposizione e maggioranza».
Pronta la risposta di Damiano: «Abbiamo quasi completato l'elaborazione di una legge delega sulla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro così come abbiamo messo mano al codice degli appalti». Mentre Prodi ha aggiunto che «in questi mesi il governo ha dato il via ad una vera e propria offensiva per quello che riguarda le politiche del lavoro».
Eppure il «testo» ha suscitato polemiche nell'Unione perché nella redazione sono state escluse parti importanti della coalizione, come il Prc che ha già presentato una sua proposta in materia, nonché figure chiave della «filiera», come i rappresentanti alla sicurezza. Ma ieri evidentemente non c'era posto per il dibattito.