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Lampedusa. Isola senza diritti
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Un breve reportage di 10 minuti sulla situazione immigrazione a Lampedusa, che il governo vorrebbe trasformare in un carcere a cielo aperto. Le posizioni contraddittorie del sindaco e la voce di Legambiente. Cie si o Cie no? Visita il sito: www.kom-pa.net


Lingua: italiano

Manifestazione per la chiusura dei CPT - Bologna, marzo 3 2007.
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Bologna 3 marzo 2007 ragazze e ragazzi riuniti in piazza Maggiore prima delle manifestazione per la chiusura dei Cpt ci spiegano perchè secondo loro è crudele il modo di gestire l'immigrazione nei paesi ricchi. Un punto di vista diverso su un fenomeno che fa molta paura all'opinione pubblica.
Lingua: italiano

Marco Rovelli - Lager Italiani
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C’è un’Italia che tutti conosciamo, civile e democratica. E c’è un’Italia che nessuno vuole riconoscere, che da anni rinchiude gli immigrati irregolari, in attesa di espulsione, in ex caserme militari e capannoni industriali dismessi. Storie di donne e di uomini segregati senza ragione.
Tutto documentato in questo libro, in cui si riportano le denunce di organizzazioni internazionali come Amnesty International e Medici Senza Frontiere, ma soprattutto, per la prima volta, si dà voce ai reclusi senza colpa dei CPT.
Grazie a una narrazione che trapassa ogni possibile indifferenza, la loro testimonianza scuote la distrazione e l’ipocrisia di chi non vuole vedere.
Marco Rovelli è cantante e autore nel grippo musicale Les Anarchistes. Insegna Storia e filosofia nei licei. Ha scritto opere di narrativa, poesia (Corpo esposto, Memoranda 2003) e storia (Atlante storico, Garzanti 2003).

Lingua: italiano

Mare Nostrum - Documentario di Stefano Mencherini
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Questo film-inchiesta che mette a nudo alcuni aspetti dell'incostituzionalita' della legge sull'immigrazione (la 189 del 30 luglio 2002) detta Bossi-Fini. Alcune immagini di questo film hanno permesso alla magistratura salentina di istruire un processo contro i gestori di un "Centro di permanenza temporanea" gestito dalla Curia arcivescovile di Lecce, la Fondazione "Regina pacis". Il documentario è un viaggio in presa diretta nell'Italia dei diritti negati agli stranieri. Il video contiene immagini crude e impressionanti, adatte esclusivamente a un pubblico adulto.


Lingua: italiano

Mare Nostrum, intervista a Stefano Mencherini
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Lingua: italiano

Rifugiati in P.zza Oberdan
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Milano 05/09/2009: NADiRinforma propone l'intervista a Paulos, un rifugiato proveniente dall'Eritrea, che come tanti altri ha avuto dall'Italia lo status di rifugiato solo sulla carta. Infatti, come prevede la convenzione di Ginevra, i rifugiati hanno dei diritti acquisiti nello Stato in cui vengono accolti, diritti negati in Italia. E' per richiedere questi diritti che un gruppo di rifugiati provenienti dal Corno d'Africa, stanno lottando da quasi 5 mesi a Milano, stanno dormendo per strada in P.zza Oberdan, ed hanno subito da parte di Comune, Questura, Polizia municipale, Nettezza urbana,Polizia di stato qualunque tipo di vessazione. La Questura ha persino chiesto la revoca dello status di rifugiato per coloro che più si sono esposti nella lotta, ovviamente la commissione di Roma non ha ritenuto esserci i presupposti per revocare. Ma questo è il trattamento riservato a coloro che non ci stanno alle regole imposte ed alzano la testa per chiedere un trattamento umano a cui,peraltro, hanno diritto anche legalmente. In appoggio alla lotta dei "rifugiati di P.zza Oberdan" si sono schierate associazioni e comitati antirazzisti oltre a tanta gente comune che ha dato vita ad un circuito di solidarietà come testimoniano le partecipate "notti bianche" ed i piccoli gesti di vera accoglienza di tutti i giorni. I rifugiati insieme a queste associazioni hanno richiesto alla questura il permesso per manifestare in corteo davanti al Comune, ma anche questo è stato negato. E' chiaro l'intento delle istituzioni di far morire questa coraggiosa lotta nel silenzio. Anche i mass-media riportano solo le bugie che le istituzioni vogliono far loro riportare ed alcuni giornalisti hanno persino detto che loro ci saranno per questa lotta quando ci sarà "violenza". I rifugiati non vogliono la violenza, che ben conoscono nei loro paesi d'origine e dalla quale fuggono. Vogliono portare avanti una lotta pacifica per i loro diritti e lo stanno facendo, anche se sono ormai stanchi e convinti di lottare contro "un muro",come dice Paulos, ed hanno acquisito la consapevolezza che in Italia i diritti umani non esistono. Alcuni di loro sono andati in altri paesi dove, si hanno notizie, abbiano ricevuto il trattamento sancito dalla convenzione di Ginevra. Da questo la richiesta dei rifugiati " cancellate le nostre impronte digitali e dateci la possibilità di andarcene da questo paese che non ci vuole".Anche questo non è loro permesso. Debbono stare in Italia continuare a dormire per strada o in luoghi di fortuna, mangiare alla Caritas e non poter lavorare o avere una tessera sanitaria perché non hanno una residenza. I rifugiati di" Piazza Oberdan" sono, però, convinti che, anche se non hanno ancora ottenuto una casa, hanno ottenuto grandi vittorie. Sicuramente hanno portato a conoscenza di tante persone, e non solo in Italia, la loro situazione,sono stati capaci di sollecitare intorno a loro tanta solidarietà ed hanno conquistato la loro dignità di esseri umani anche di fronte alle istituzioni che continuano a negare i loro diritti. Per ulteriori informazioni: rifugiati.milano@gmail.com Visita il sito: www.a3f.org


Lingua: italiano

Storie clandestine - di e con Saverio Tommasi
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Il fine dei Cpt - Centri di Permanenza Temporanea, oggi ribattezzati Centri di Identificazione ed Espulsione - è identificare gli stranieri intercettati sul territorio italiano privi di regolare permesso di soggiorno in vista del rimpatrio. Il risultato sono persone immigrate rinchiuse nelle gabbie di Lampedusa, Trapani, Torino o nell'ex via Corelli a Milano - nei quasi venti centri presenti sul territorio nazionale - persone private dei più elementari diritti a causa di un'istituzione totalizzante com'è quella dei Cpt/Cie. Troppo spesso gli immigrati sono considerati, anche nel nostro paese, numeri buoni per statistiche televisive, quando non proprio ignorati. Persone la cui speranza di permanenza nel nostro paese è legata al possesso di un contratto di lavoro: gli "utili" possono rimanere, gli altri diventano clandestini, inutili ingombri da espellere prima possibile. Lo scopo dello spettacolo è raccontare - attraverso le parole del protagonista: Alì Mohammed Assad, interpretato da Saverio Tommasi - le vicissitudini e i soprusi cui sono costretti gli extracomunitari nei loro viaggi di migrazione. Storie clandestine rappresenta una sintesi drammatica della vasta problematica connessa al tema dell'immigrazione: vicende e situazioni che fanno emergere - con spregiudicata chiarezza sorretta da rigorosa documentazione - la distanza che intercorre fra le dichiarazioni di principio e gli attestati di solidarietà nei momenti più tragici, alle quotidiane esperienze cui invece gli immigrati sono costretti a sottostare. Il rigore dello spettacolo non impedisce l'emergere di aspetti ironici e di intensi momenti di graffiante comicità. Si ride, anche se la risata è amara e non liberatoria. Uno spettacolo concepito non per fornire soluzioni, ma instillare dubbi. Un teatro povero, che utilizza pochi accorgimenti tecnici e oggetti scenografici principalmente di uso comune. Un teatro che parla di persone, un teatro popolare perché fatto per il popolo, cioè per tutti. Saverio Tommasi Visita il sito: www.saveriotommasi.it


Lingua: italiano

tutti i video sono presenti grazie a Arcoiris TV

Nota: per vedere i filmati è consigliabile avere un connessione veloce (ADSL) ed è necessario avere installato sul proprio PC Windows Media Player