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APPELLO AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA DAL CONVEGNO NAZIONALE SUL CARCERE
Da volontari e operatori penitenziari una lettera al ministro Mastella per chiedere incontro su urgenze e priorità del carcere e sulle nomine dei vertici DAP
30 maggio 2006

Venerdì 26 maggio 2006 nel carcere di Padova si è tenuto un convegno nazionale sul tema del carcere e informazione, cui hanno partecipato circa 400 persone, tra cui molti detenuti, operatori penitenziari, volontari.
All'incontro, oltre a redattori-detenuti di "Ristretti orizzonti" e rappresentanti dei vari giornali carcerari, sono intervenuti volontari ed esponenti di associazioni (tra cui Stefano Anastasia, Ornella Favero, Sergio Cusani e Sergio Segio); funzionari dell'Amministrazione Penitenziaria (Emilio Di Somma, vice capo del DAP), giuristi e magistrati (Alessandro Margara, già Capo del DAP; Francesco Maisto, sostituto procuratore generale di Milano); giornalisti (Gerardo Bombonato, Presidente dell'Ordine dei giornalisti dell'Emilia Romagna, Claudio Santini, consigliere nazionale dell'Ordine, Mauro Paissan, dell'Ufficio del Garante della Privacy, Daniele Barbieri, collaboratore di "Carta" e "il Manifesto", Stefano Arduini di "Vita"); docenti (Giuseppe Mosconi dell'Università di Padova, Marco Capovilla dello IULM di Milano), politici e parlamentari (Marco Boato, Franco Corleone, Antonio De Poli).
Al termine, l'assemblea ha approvato all'unanimità il documento di cui sotto, indirizzato al nuovo ministro della Giuustizia, Clemente Mastella. Nella lettera, che è stata inviata stamattina al ministro, si avanzano proposte, si richiamano prorità e si richiede un incontro urgente.


APPELLO AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA

DAL CONVEGNO NAZIONALE SUL CARCERE


L'assemblea dei detenuti, operatori, magistrati, lavoratori in ambito carcerario, volontari, cappellani e giornalisti, che si è tenuta nel carcere di Padova il 26 maggio 2006, sui temi del carcere e dell'informazione, sottopone al ministro della Giustizia, on. Clemente Mastella, alcune osservazioni propositive in ordine ai tanti, gravi e annosi problemi che affliggono le condizioni di vita e di lavoro dentro gli istituti penitenziari e nell'area penale esterna.

l) Esiste una proposta organica di riforma strutturale dell'ordinamento penitenziario, elaborata da. Alessandro Margara, già a capo dell'Amministrazione penitenziaria e presidente del tribunale di sorveglianza di Firenze, e da Francesco Maisto, sostituto procuratore generale della Repubblica di Milano, e già presidente del tribunale di sorveglianza di Milano. Tale riforma, oltre che l'organicità, ha il pregio di non comportare costi aggiuntivi a carico dell'Amministrazione. In molte sue parti, inoltre, potrebbe divenire operativa senza necessità di percorsi parlamentari. Quindi, fondamentalmente, potrebbe trovare avvio semplicemente a partire dalla volontà e responsabilità politica, in tempi brevi e dunque adeguati alle necessità.

2) Tra le urgenze, ormai drammatiche, che vivono le carceri perdura quella del gravissimo sovraffollamento, che mortifica le condizioni di vita dei detenuti e umilia la dignità professionale di operatori, assistenti sociali, educatori, agenti di polizia penitenziaria, direttori e anche dei volontari. Per affrontare concretamente tale problema si impongono decisioni legislative e parlamentari, in ordine a provvedimenti deflativi. Ma una misura di rafforzamento, ampliamento e rispetto delle piante organiche del personale, nelle sue varie funzioni e articolazioni, potrebbe, nel frattempo, contribuire a migliorare la situazione. Così pure vanno ampliate e rese più celeri le possibilità di misure alternative alla detenzione, rafforzando gli organici dell'area penale esterna. Lo stesso vale per una maggiore e migliore destinazione di risorse finalizzate alle attività trattamentali, a quelle formative e culturali, al lavoro penitenziario.

3) Il miglioramento, possibile in tempi immediati, delle condizioni di detenzione passa anche attraverso l'applicazione in tutte le sue previsioni del Regolamento penitenziario, varato nel 2000. Importanza particolare va attribuita a misure e strutture che garantiscano l'affettività delle persone recluse e dei loro congiunti, come già si sperimenta positivamente in alcuni, rari, istituti.

4) Drammatica è la questione della salute in carcere. La carenza di fondi e la riforma "inceppata" hanno determinato una grave situazione, tale per cui mancano a volte gli stessi farmaci salvavita e la copertura del personale sanitario, sia a livello medico, sia a livello infermieristico. A tale situazione occorre porre mano con decisione, per garantire un diritto costituzionalmente rilevante, considerando anche il grande numero di persone tossicodipendenti, alcoliste o portatrici di disagio psichico ristrette.

5) Sul piano legislativo crediamo vadano radicalmente riviste le leggi sulle droghe, sulla recidiva (cd. "ex Cirielli") e sull'immigrazione. Sono proprio queste le normative responsabili da sole della maggior parte degli ingressi nel sistema penitenziario, spesso per reati di poco conto o, addirittura, senza la commissione di alcun reato (sugli 89.887 ingressi nel corso del 2005, ben 9.619 hanno riguardato immigrati, ristretti in carcere senza aver commesso reati, ma solo per violazione delle norme sull'espulsione). Viceversa, nuove leggi vanno introdotte, a partire dall'istituzione del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà. Naturalmente, se queste sono le priorità, molti altri sono i provvedimenti legislativi che auspichiamo il nuovo parlamento vorrà affrontare nel corso della legislatura, a partire dal varo del nuovo codice penale.

6) Infine, vi sono leggi approvate nella penultima legislatura, proposte dall'allora governo di centrosinistra, che vanno finalmente e integralmente applicate (legge "Smuraglia", legge "Finocchiaro", legge di riforma della sanità in carcere, ecc.).


Se queste sono solo alcune delle necessità e delle urgenze (molte altre, infatti, si potrebbero enumerare), non di meno appare centrale e rilevante che la, o le, figure che verranno a breve nominate ai vertici del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, abbiano caratteristiche, professionali e umane, di attenzione, sensibilità, competenza, che ci facciano sentire garantiti riguardo i punti su esposti.

Nel rispetto delle prerogative, ci pare dunque necessario rivolgerLe anche questa esortazione: che al vertice del DAP vengano insediate figure che abbiamo queste caratteristiche.

Le chiediamo, in questa occasione, la disponibilità a incontrare una delegazione che meglio, con maggiore organicità e nel dettaglio, possa esporLe le nostre proposte e osservazioni, che proprio nell'occasione di questa partecipata assemblea abbiamo potuto raccogliere, definire e condividere.