Un centinaio davanti al Cpt di Gradisca d'Isonzo: questo il numero dei partecipanti alla manifestazione organizzata ieri dai movimenti pacifisti, Rifondazione comunista, Verdi, associazioni e cittadini. Una manifestazione pacifica e tranquilla che ha voluto ribadire la contrarietà all'apertura di quello che da più parti è stato definito un lager, all'indomani del comunicato del Sindacato italiano lavoratori di polizia che dava per quasi certo il varo del centro il 28 febbraio prossimo (data poi smentita dal questore di Gorizia, Emilio Rocco, che ha dichiarato di non conoscere ancora la data di apertura).
Ma tant'è, davanti ad un ipotesi così imminente i manifestanti hanno deciso di prendere ulteriori provvedimenti per fare tutto il possibile affinché il Cpt non apra. Primo fra tutti il presidio permanente nelle giornate del 27 e 28 febbraio. "Dopo esserci battuti affinché il Centro di permanenza temporanea non sia aperto ha spiegato il segretario regionale di Rc, Giulio Lauri qualora non fosse stato abbastanza siamo disposti a passare ai fatti. Invito tutti ad impedire fisicamente l'apertura del Cpt, anche stazionando distesi davanti agli ingressi. Per fare questo è indispensabile coinvolgere la popolazione, riaprire il dialogo con i cittadini e la comunità".
Dalle parole ai fatti, quindi, come ha più volte ribadito anche il consigliere regionale dei Verdi, Alessandro Metz che ha colto l'occasione di ieri per rispondere ancor una volta al presidente della Regione Riccardo Illy in merito al suo giudizio negativo sul picchetto ai danni della cooperativa Minerva di qualche giorno fa: "Illy ha definito deplorevole quegli atti. Io rispondo al presidente con una legge regionale che preveda l'abrogazione degli articoli delle leggi Turco-Napolitano e Bossi-Fini sulla regolamentazione dei Cpt. Così si capirebbe davvero chi è contro a queste carceri mostruose".
Metz ha speso anche due parole sulla cooperativa gestore del Cpt: "La Minerva è l'anello debole di questa catena. Tutti noi dobbiamo incidere su questo anello debole. Dobbiamo moltiplicare le iniziative anche in questo senso". E sulla legge Turco-Napolitano è tornato anche l'assessore regionale Roberto Antonaz, ricordando che la politica della non accoglienza, del non rispetto e della non solidarietà umana nacquero proprio con quella legge. "Bisogna combattere la clandestinità, non i clandestini ha osservato Antonaz -. Per quanto mi riguarda la Regione continuerà a dire e a fare quanto possibile per evitare l'apertura del Centro di permanenza temporanea. Sembra vicino il giorno dell'apertura. Io sono ancora fiducioso. Aspettiamo anche il verdetto del Tar, il 23 febbraio. Qualora il tribunale esprimesse parere negativo al ricorso noi andremo avanti nel condannare l'apertura di strutture simili".
Sull'apertura del Cpt se ne sono dette di tutti i colori ipotizzando tutto ed il contrario di tutto sulle strategie politiche del governo che potrebbe anche attendere le elezioni del 9 aprile per passare la patata bollente al prossimo mandato, sia esso di centrodestra che di centrosinistra. "Nel programma dell'Unione si parla di superamento dei Cpt ha spiegato l'assessore regionale - È un termine "morbido" per strutture che sono a tutti gli effetti illegali, anticostituzionali ed immorali, anche per il costo smisurato di realizzazione".
I manifestanti si sono susseguiti negli interventi per dare spazio alle proposte d¹azione delle prossime settimane. Una discussione ordinata che non ha creato alcun tipo di problema, tanto che nell'intera durata del presidio i partecipanti hanno "convissuto" con un numero esiguo di agenti di polizia e guardia di finanza che hanno presenziato a margine dell'iniziativa.