Segnali distensivi indirizzati alla direzione della Casa circondariale di Lodi. A trasmetterli è in particolare Andrea Ferrari, assessore alla cultura del Comune di Lodi, che nelle scorse settimane non aveva lesinato puntualizzazioni e critiche nei confronti della direttrice del carcere per una serie di difformità di vedute insorte a seguito delle decisioni restrittive assunte verso i volontari.
"Desidero riconfermare piena fiducia nella dottoressa Caterina Ciampoli, direttrice della locale Casa circondariale, con la quale - scrive l'assessore Ferrari in un documento inviato ieri alla direzione del "Cittadino" - tutti gli assistenti volontari, e segnatamente il sottoscritto, desiderano riprendere il rapporto di collaborazione che era attivo con la precedente direzione".
"La recente visita del provveditore regionale dottor Luigi Pagano - prosegue il testo diramato dall'assessore Ferrari - per quanto ci riguarda ha chiarito totalmente i ruoli e le modalità con le quali devono essere esercitati. Restiamo in attesa delle iniziative che la dottoressa Ciampoli vorrà assumere per riallacciare i rapporti di collaborazione, confidando che l'attesa non sarà lunga".
A questo proposito ci sia permesso, come giornale, intervenire sull'argomento.Per alcuni anni "Il Cittadino" ha ospitato nelle proprie pagine, una volta al mese, il periodico "Uomini liberi", realizzato all'interno della struttura carceraria da un gruppo di detenuti seguiti da alcuni volontari. "Uomini liberi" non solo veniva letto con passione da chi acquistava il giornale nelle edicole, ma aveva anche un numero altissimo di lettori attraverso l'edizione trasmessa su Internet. "Uomini liberi" ha costituito per tutti gli anni della sua pubblicazione l'unico esempio italiano di giornale realizzato in un carcere di provincia e diffuso attraverso le pagine del quotidiano locale. In particolare per quest'ultimo aspetto "Uomini liberi" è diventato oggetto di studio e di approfondimento da parte di tanti esperti del settore: un vero caso nazionale, talmente apprezzato da farne auspicare una riproposizione in altre regioni italiane.
Da alcuni mesi "Uomini liberi" non viene più pubblicato per decisioni assunte dalla direzione della Casa circondariale di Lodi. La direzione aveva imposto una serie di condizioni molto restrittive legate alla continuazione dell'iniziativa, condizioni che la direzione del "Cittadino" aveva interamente accettato. Nonostante queste cose, e senza nessun preavviso, gli articoli necessari al confezionamento di "Uomini liberi" non sono più stati inviati alla nostra redazione. Noi auspichiamo vivamente che riprenda la collaborazione tra "Il Cittadino" e la direzione del carcere di Lodi, dichiarando la nostra totale e assoluta disponibilità a riprendere un dialogo che si è bruscamente interrotto. Quanto sopra per un unico scopo, che è quello di far sentire meno soli i reclusi della Casa circondariale di Lodi.