Alcuni sconcertanti e preoccupanti episodi si sono verificati di recente presso il carcere di Marino del Tronto a testimonianza del disagio in cui versano i detenuti. Attualmente nella casa circondariale ascolana sono reclusi oltre cento detenuti, di cui una cinquantina assegnati al penale in quanto condannati in via definitiva per gravissimi reati, numero di gran lunga superiore rispetto alla ricettività del complesso per cui inevitabilmente si viene a creare un sovraffollamento che in alcune circostanze sfocia in azioni di "ribellione" da parte della popolazione carceraria, che però quasi sempre si rivelano dimostrative. Resta comunque il fatto che la situazione del carcere di Marino, ma la problematica si estende nella quasi totalità degli istituti di pena italiani, andrebbe monitorata con la massima attenzione da parte degli organi preposti alla sicurezza nella carceri.
Qualche settimana fa un detenuto extracomunitario si è fatto ricoverare presso l'infermeria del carcere. La diagnosi dei medici è stata che il giovane era ammalato di broncopolmonite per cui è stato necessario il suo ricovero presso l'ospedale Mazzoni. Dopo le prime cure è emerso che, oltre alla suddetta malattia, il recluso era affetto da Aids. Sembrerebbe che il giovane ne fosse a conoscenza e che, una volta recluso al Marino, non abbia messo al corrente della cosa i medici dell'istituto di pena. Una situazione molto delicata per tutti coloro che si trovano a stretto contatto con il malato. Per il momento i sanitari ospedalieri lo hanno sottoposto ad una specifica profilassi ma il grosso problema sorgerà nel momento in cui rientrerà in carcere in quanto dovranno essere adottate tutte le misure precauzionali che il caso impone.
Pomeriggio movimentato, altresì, per il tentativo di suicidio di un detenuto assegnato al giudiziario in quanto condannato in primo grado per spaccio di droga. Si tratta di un giovane napoletano che intorno alle 19, per motivi che potrebbero ricondurre alla disperazione della reclusione, si è tagliato con una lametta il lobo di un orecchio e, fortemente motivato a procurarsi gravi danni fisici, ha bevuto un certo quantitativo di varechina. Il liquido gli ha procurato lancinanti dolori interni. Alle sue urla sono immediatamente accorsi gli agenti penitenziari e il medico di turno il quale gli ha praticato le prime cure per lenirgli il dolore e per tamponare la perdita di sangue dall'orecchio. Nel frattempo si è provveduto ad avvertire telefonicamente la centralinista del 118 affinchè inviasse sul posto un'ambulanza. Il giovane napoletano è stato condotto presso il pronto soccorso del Mazzoni dove i sanitari di turno lo hanno sottoposto a lavanda gastrica e gli hanno suturato la ferita che si era procurato con la lametta.
È stato trattenuto in osservazione in astanteria per un giorno. Poi, i medici hanno dato il loro assenso per il rientro in carcere. Un altro episodio, che per fortuna non ha provocato conseguenze fisiche, ha visto protagonista un recluso del penale, dove vengono tenuti i soggetti sottoposti al trattamento carcerario del 41 bis, di notevole durezza, che, colto da un raptus di violenza, ha danneggiato la cella in cui si trovava distruggendo sanitari e suppellettili. Il problema del sovraffollamento nel carcere ascolano permane e al momento non si intravede la possibilità di risolverlo.