Rete Invibili - Logo
Lecce: un detenuto tunisino di 24 anni si impicca in cella
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno, 8 febbraio 2006
8 febbraio 2006

Ancora un suicidio in carcere. È il secondo nel giro di un mese e mezzo. Stavolta si è tolto la vita un tunisino di 24 anni. Mohamed Faleb è stato trovato impiccato nella sua cella. Il ritrovamento del cadavere risale all'altra sera. Ogni tentativo di soccorso è stato inutile. Il magistrato di turno, il sostituto procuratore Paola Guglielmi, ha disposto l'autopsia che è stata affidata al medico legale Alberto Tortorella. L'esame sarà eseguito questa mattina. Accanto all'inchiesta aperta dalla Procura, c'è anche un'indagine interna, avviata dall'amministrazione penitenziaria. Gli accertamenti potrebbero essere utili per fare luce sul suicidio del magrebino. A quanto se ne sa, il tunisino non condivideva la cella con nessuno. E, se corrispondono al vero le notizie fin qui raccolte, pare che il suicidio sia stato scoperto solo un paio di ore dopo.

Il nuovo suicidio riporta in primo piano la questione del supercarcere. La struttura è sovraffollata. La situazione allarmante ha trovato eco anche nella relazione del presidente della Corte d'Appello in occasione della cerimonia di apertura del nuovo anno giudiziario. A Lecce, nella struttura di borgo San Nicola, ci sono 1231 detenuti. Sulla carta ce ne dovrebbero essere poco più di 510. Gli stranieri sono più del dieci per cento. E sempre secondo i dati forniti dal presidente della Corte d'Appello le presenze stranieri si aggirano intorno ai 170.

Dal sovraffollamento deriva l'allarme, lanciato dal presidente del Tribunale di Sorveglianza, sulle ridotte possibilità di assicurare ai detenuti un buon trattamento intramurario ed un'adeguata assistenza sanitaria (sono ricorrenti le patologie per infezioni di Hiv). Il suicidio del giovane tunisino - come si diceva - segue di una quarantina di giorni quello avvenuto alla fine di dicembre. Risale fra Natale e Capodanno il suicidio di un detenuto di Bitonto che si è impiccato nella cella dove si trovava rinchiuso per una rapina compiuta nel Barese. Per togliersi la vita, Gaetano Maggio, 34 anni, aveva usato la cintura dei pantaloni. A dare l'allarme era stato un agente di polizia penitenziaria, ma ogni soccorso fu inutile.