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Amnistia: sulla clemenza la Camera si ferma alle parole
Fonte: Roma One, 13 gennaio 2006
13 gennaio 2006

Bocciati definitivamente i provvedimenti di indulto e amnistia. Esultano An e Lega, contrari, mentre Fi e Udc avevano detto sì all'amnistia, a cui si sono opposti Ds e Dl che invece sostenevano l'indulto. L'associazione Antigone: "Una vera tragedia per 61 mila detenuti".
Per i detenuti nessun sorriso ieri da Montecitorio, solo l'ennesima telenovela dialettica conclusasi con un nulla di fatto. La Camera infatti ha bocciato definitivamente, con voto palese, qualsivoglia provvedimento, amnistia e indulto. Licenziato neanche 48 ore fa dalla commissione Giustizia di Montecitorio, per quanto riguarda l'amnistia il no ha vinto con solo otto voti di scarto; più netto il rifiuto all'indulto, con 28 preferenze di differenza.
Schieramenti spaccati al proprio interno anche per quanto concerne i due differenti provvedimenti. L'Unione si divide e il risultato, per altro piuttosto scontato, viene salutato con favore dalla Lega e da An, da sempre contrarie a concedere i provvedimenti di clemenza. Mentre la 'Rosa nel pugnò, con tanto di Marco Pannella che si materializza in Transatlantico dopo il voto, attacca Ds e Dl per aver votato no all'amnistia. Anche nella Cdl la spaccatura è evidente: FI e Udc votano 'si', mentre An e Lega, contrarie, fanno ostruzionismo. Sull'indulto senza amnistia, però si ricompattano votando unite contro. "Un provvedimento dimezzato - spiega Erminia Mazzoni (Udc) - non serve a nessuno...". Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini si definisce "facile profeta" e afferma: "Non ci voleva tanto a capire che questo sarebbe stato l'esito, non si doveva essere un Einstein della politica. Ci sono stati troppi condizionamenti esterni e c'è chi ha giocato con la vicenda per interessi politici che poco avevano a che fare con il problema". Mentre il ministro della Giustizia, Roberto Castelli, dichiara: "Ancora una volta i detenuti sono stati illusi...".
L'ostruzionismo di An e Lega inchioda da mercoledì sera l'Aula della Camera ad un dibattito infinito. La seduta ieri è iniziata presto, ma si è giunti al primo voto solo in tarda mattinata, quando si bocciano le questioni pregiudiziali e sospensive presentate da An e Lega. Per il primo voto sugli emendamenti si deve aspettare il pomeriggio. Casini mette subito le carte in tavola: per gli emendamenti soppressivi serve la maggioranza semplice, mentre per quelli sostitutivi e per gli articoli del testo, nonché per il provvedimento nel suo complesso, serve la maggioranza qualificata dei due terzi (406 voti). "I conti - profetizza subito Giovanni Kessler (DS) - sono presto fatti: 406 deputati che dicono 'si' all'amnistia non ci sono. Quindi i giochi sono già finiti...". Ma per bocciare l'amnistia ne bastano di meno. L'emendamento soppressivo dell'articolo che la introduceva, che necessita di una maggioranza semplice, passa con 206 si e 191 no. Cioè con 15 voti di differenza e con solo 8 di scarto. Subito dopo tocca all'indulto respinto con 206 sì all'emendamento soppressivo e con 178 no più due astenuti. E all'indulto ridotto, affossato quasi all'unanimità (353 sì, 3 no, 2 astenuti).
Il centrosinistra si divide: Ds e Dl dicono no all'amnistia e si all'indulto. Rosa nel pugno e sinistra radicale protestano. "È un errore gravissimo", dichiara Enrico Boselli. Ma dopo il voto si alza il tono della polemica. E il capogruppo dei Dl Pierluigi Castagnetti lancia il suo 'j'accusè agli alleati: "L'amnistia per come era stata scritta era una presa in giro. Lo dico a Buemi e a chi l'ha sostenuta. Serviva solo per una speculazione elettoralistica..". Mentre Pannella rincara la dose: "In quale Unione entriamo? In quella di Santi Apostoli o in quella con i Ds, Bossi e La Russa?". Significativo anche il leader dell'Udeur Clemente Mastella: "È stato un errore seguire un pifferaio fintamente magico come Pannella...".
"Dopo cinque anni e mezzo di chiacchiere si è consumata la farsa. Peccato che quella che per alcuni è una simpatica farsa, per i 61 mila detenuti stipati e mal-trattati nelle carceri italiane sia invece una tragedia". Sono macigni le parole pronunciate ieri da Patrizio Gonnella, Presidente nazionale dell'associazione Antigone. "Spettacolo ignobile ma prevedibile. Ora - ha aggiunto Gonnella - sappiamo chi è favorevole e chi è contrario a un provvedimento di clemenza. I contrari sappiano che dovranno gestire una situazione penitenziaria al collasso. I posti letto sono meno di 43 mila. I 18 mila detenuti in eccesso rendono la vita quotidiana nelle carceri al limite del trattamento degradante. La ex Cirielli farà salire sino a 80 mila il numero dei detenuti entro pochi mesi. Nel frattempo - ha rimarcato il numero 1 di Antigone - accade che il 69,31% dei detenuti non abbia acqua calda in cella, il 60% delle detenute non abbia il bidet nella propria cella, il 55,6% dei detenuti viva dove non sono consentiti colloqui in spazi all'aria aperta. E tanto altro potremmo aggiungere".
Dello stesso tenore le affermazioni rilasciate da Don Sandro Spriano, cappellano del carcere romano di Rebibbia. "Non c'è nessuna volontà di dare attenzione alle persone detenute. Si vuole porre attenzione solo ai reati, quasi che i reati fossero commessi da categorie, non da persone - ha denunciato il religioso senza mezzi termini - Non nutrivo alcuna speranza, non è una novità né per me - ha commentato al Sir, l'agenzia promossa dalla Cei -. Del resto era chiaro che, a livello politico, non mettendosi d'accordo sull'amnistia, i deputati non potevano pensare assolutamente all'indulto. L'amnistia poteva dare dei vantaggi a qualcuno, l'indulto no. Soprattutto in questo momento pre-elettorale. Il carcere - ha aggiunto - è diventato la panacea di tutti i mali: credo proprio ne siano convinti sia a destra sia a sinistra. I grandi aspetti della vita del carcere descritti nel nuovo regolamento del 2000 potrebbero dare una situazione migliore alle persone che sono dentro. Ma sono assolutamente negletti. Rispetto a quei regolamenti - ha concluso Don Spriano - il carcere è totalmente fuori legge. Quindi poche speranze su tutti i fronti".