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Immigrazione: 30enne tunisino muore in Cpt Caltanissetta
Fonte: L'Unità, 4 gennaio 2006
4 gennaio 2006

Mhedy Alìy si trovava nel Centro di accoglienza temporanea di Caltanissetta dal 19 novembre scorso. La notte di Capodanno riceve la notizia della morte di un parente. Disperazione e rabbia per non poter liberamente raggiungere il suo paese, vista la detenzione a Pian del Lago. Sono le 3.30 del 1° gennaio quando Mhedy si sente male. Gli somministrano dei calmanti ma non c'è nulla da fare. Il tunisino morirà nel tragitto in ambulanza verso l'ospedale.
L'avvocato Giovanni Annaloro che fornisce sostegno legale ai richiedenti asilo rinchiusi nel cpt di Pian del Lago, racconta di essere stato informato della morte del giovane solo domenica sera, ben 24 ore dopo il decesso. "Il condizionale è d'obbligo fino a quando non ci sarà il referto dell'autopsia - premette - ma intanto non posso non registrare una versione leggermente diversa. A me è stato riferito che dopo aver parlato al telefono Mhedy ha cominciato a dare in escandescenze, piangendo e dimenandosi perché voleva uscire. Così per calmare il giovane - continua Annaloro i medici gli avrebbero somministrato del valium e di li a poco il tunisino si sarebbe sentito male".
L'autopsia stabilirà se a causare l'infarto sia stata una dose eccessiva di farmaci o se si sia trattato di una morte naturale. Le fonti citate dall'avvocato Annaloro raccontano anche di una rivolta che ci sarebbe stata nel cpt di Caltanissetta tra i migranti rinchiusi, subito dopo aver saputo che Mhedy era morto.
"Ho fatto richiesta per entrare a Pian del Lago con dei parlamentari locali - aggiunge - Aspetto l'autorizzazione della Prefettura anche perché se ci sono situazioni da chiarire è necessario raccogliere le testimonianze prima che i migranti vengano rimpatriati".
Diversa la versione fornita dalla Questura di Caltanissetta, che non lascia spazio a gialli di alcun genere. Il dottor Fabio Lacagnina, funzionario dell'Ufficio di Gabinetto, spiega innanzitutto che a Mhedy sono stati dati dei calmanti solo dopo che aveva già accusato il malore. "Il tunisino si è sentito male - spiega Lacagnina - dopo la telefonata che lo informava della morte di un parente. È stato a questo punto che i medici gli hanno somministrato una terapia".
Dopo quindici, venti minuti, Mhedy, che nel frattempo era andato a dormire, avrebbe riaccusato il malore. I suoi compagni di stanza avrebbero così allertato nuovamente i dottori. A questo punto la corsa all'ospedale di Sant'Elia e la morte in ambulanza. Quanto alla rivolta interna il funzionario dell'Ufficio di Gabinetto non conferma. "Il giovane aveva degli amici nel cpt che hanno cercato di avere notizie, magari in modo concitato; ma non c'è stata alcuna rivolta".