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Benevento: detenuto tossicodipendente di 31 anni muore suicida
Fonte: Il Mattino, 1 novembre 2005
1 novembre 2005

Si è impiccato nella sua cella nell'istituto di pena di contrada Capodimonte, Cosimo Altieri, 31 anni, da qualche mese detenuto con l'imputazione di detenzione di stupefacenti. Un suicidio scoperto, secondo le indagini svolte dalla polizia penitenziaria, pochi minuti dopo che era stato attuato. Infatti Cosimo Altieri da alcuni giorni era rinchiuso in una cella senza altri reclusi, e sottoposto ad attenta vigilanza. Una decisione, scaturita perché si era già lasciato andare ad atti autolesionistici,e che comportava un controllo costante da parte degli addetti alla vigilanza.

E infatti il corpo ormai senza vita è stato ritrovato intorno alle 15, e solo pochi minuti prima, un agente dalla polizia penitenziaria aveva verificato che Cosimo Altieri era ancora in vita nella cella. Altieri ha attuato il suo gesto utilizzando dei lacci da scarpe, che ha legato ad una feritoia presente sulla porta della cella. L'agente penitenziario, accortosi che l'uomo si era impiccato, ha dato l'allarme facendo accorrere i medici dell'istituto di pena e i sanitari del 118. Si è tentato di rianimarlo ma invano. Constatato il decesso il corpo di Cosimo Altieri è stato condotto presso la sala mortuaria dell'ospedale "Rummo" dove il magistrato Giovanni Tartaglia Polcini ha disposto la visita esterna affidata al dott. Emilio Doro. Poi nella giornata di domani il prof. Pietro Ricci farà l'autopsia. La polizia penitenziaria con il responsabile Tarantino e la vice direttrice dell'istituto di pena Rossi, hanno ricostruito le ultime ore dell'imputato ed anche le possibili cause del tragico gesto. "Nella giornata di venerdì - dice il difensore di Altieri l'avvocato Alberto Simeone - il Gip aveva respinto l'istanza per concedergli gli arresti domiciliari". Una notizia che ha probabilmente ulteriormente aggravato una situazione di depressione in cui l'imputato si dibatteva. La vicenda giudiziaria di Cosimo Altieri aveva preso il via nel mese di giugno, quando era finito in carcere perché trovato in possesso di una busta. in cui vi erano degli involucri contenenti dodici grammi di eroina. Era stato inviato a una comunità del ravennate. Un beneficio che, essendosi assentato, gli era stato poi revocato e poco dopo era tornato di nuovo nel carcere di contrada Capodimonte.