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Como: si suicida un giovane detenuto di appena 23 anni
Fonte: La Provincia di Como, 25 ottobre 2005
25 ottobre 2005

Un altro suicidio - il quarto dalla primavera dello scorso anno - scuote le mura del Bassone, dove dal 2004 sono mancati in circostanze drammatiche almeno sei detenuti. L'ultima disgrazia è quella avvenuta a inizio mese - ma di cui solo nelle ultime ore si è avuta conferma ufficiale - protagonista Patrick B., 23 anni, comasco, entrato otto mesi prima per l'ennesimo pasticcio (l'aggressione a scopo di rapina di una donna di Brunate) e uscito cadavere dopo aver inalato gas da due bombolette da campo - dotazione obbligatoria e inalienabile di ogni detenuto. Dell'episodio si è anche occupata la Procura della repubblica, che ha aperto un'inchiesta dovuta, ma che difficilmente potrà far luce sull'ennesimo caso di disperazione dietro le sbarre. Tra Patrick e la libertà c'erano altri 15 mesi di privazioni che il ragazzo, segnato da una vita tribolata e persa prima ancora di sbocciare, non si è sentito di sobbarcarsi. Lo hanno trovato riverso sul pavimento, due bombolette in mano, in condizioni disperate e tali da non lasciare spazio per il tentativo di rianimazione: il gas, spiegano i medici, si fissa agli alveoli polmonari bloccando la respirazione, Patrick come Mara, la 34enne di Barzanò che si era tolta la vita nel novembre scorso dopo 40 giorni al Bassone, e come Oscar - ventenne lui pure, e anche lui vittima di sniffing - e ancora come il muratore rumeno che in estate si era impiccato non riuscendo a reggere l'accusa (se non ancora la sentenza) di aver usato violenza sulla figlia. La situazione nell'ex carcere di sicurezza, inaugurato poco più di 20 anni fa come struttura modello ma afflitto ormai da sovraffollamento cronico, è finita così al centro dell'attenzione anche del Provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria. "Il dato dei suicidi a Como è obiettivamente preoccupante - dice il provveditore Luigi Pagano, per anni al vertice del penitenziario di San Vittore - e rende conto di una situazione strutturale molto difficile: il Bassone è una casa circondariale, dove il movimento di detenuti in entrata e uscita è elevatissimo (al contrario delle case di pena vere e proprie, dove stanno solo i "definitivi" ndr), e dove il dato della popolazione è abbondantemente sopra i limiti (500 invece di 200, ndr). In queste condizioni è di fatto impossibile sviluppare progetti di recupero e rieducazione che coinvolgano tutti i detenuti".