La procura di Agrigento ha deciso venerdì di aprire un'inchiesta contro ignoti in seguito alle denuncie fatte dal giornalista dell'Espresso, Fabrizio Gatti sul cpt di Lampedusa. Gatti, che per otto giorni è rimasto rinchiuso nel cpt spacciandosi per un curdo iracheno, verrà ascoltato dai magistrati nei prossimi giorni. Intanto la Procura ha acquisito l'articolo pubblicato venerdì dal settimanale. Per ora i reati ipotizzati sono: lesioni personali e peculato. Nel racconto del giornalista, infatti, si denunciava anche la sparizione dei soldi presi in custodia dalle forze dell'ordine al momento dell'ingresso nel centro.
Il 15 settembre 12 europarlamentari della Commissione Giustizia e Libertà avevano varcato la soglia del Centro di Prima accoglienza - in effetti non è un cpt ma un cpa - di Lampedusa. Dall'altra parte delle sbarre trovano però solo 11 migranti e un posto completamente ripulito che non lasciava pensare ad alcuna violazione dei diritti umani in atto da parte dello Stato italiano. Tutto a posto, almeno in apparenza.
La delegazione il giorno dopo fa ritorno a Bruxelles. Butta giù un verbale dell'ispezione e chiede ufficialmente al Governo italiano e al ministro degli Interni di rispondere una volta per tutte alle domande, formulate dagli europarlamentari, in merito ai rimpatri che da due anni a questa parte avvengono senza che se ne conoscano nel dettaglio le modalità. Esprime, inoltre, "riserve per aver visitato un centro spettrale non nelle condizioni di sovraffollamento in cui si trova solitamente".
Tre giorni dopo la partenza della commissione d'inchiesta inviata da Bruxelles, un altro sbarco a largo di Lampedusa porta sull'isola più di 150 persone. Quattro giorni dopo, altro sbarco. Stessa storia una settimana dopo. Da 11 presenze registrate il 15 settembre, si passa in soli sette giorni a più di 250 migranti detenuti. Fra loro camuffato da curdo iracheno c'è un giornalista italiano.
Fabrizio Gatti, il 23 settembre si getta in acqua a poche centinaia di metri dal porto vecchio, aspetta per quattro ore che qualcuno si accorga della sua presenza in mare. Quando ciò accade, comincia la sua breve esperienza da "clandestino". Viene portato prima in infermeria, poi in nottata direttamente nel Cpa di Lampedusa, dove senza farsi scoprire, resterà otto giorni. Il 1° ottobre lascia il centro con un foglio di via. Deve lasciare l'Italia entro cinque giorni come prevede il Decreto Attuativo della legge Bossi-Fini.
Dal momento in cui si getta in acqua a quando esce da uomo libero dal Cpa di Lampedusa Gatti è a tutti gli effetti un immigrato clandestino, ma non un animale. Eppure venerdì le testimonianze da lui riportate nero su bianco sul settimanale l'Espresso gettano ancora una volta il centrodestra nel caos. In quella struttura ogni giorno centinaia di migranti subiscono umiliazioni di ogni genere. Gatti scrive: "Ci obbligavano a sederci in pozze di urina. Se non obbedivi ti colpivano". "Costringevano i musulmani a vedere film porno su un telefonino"..."Gli immigrati appena sbarcati vengono fatti sfilare nudi tra i carabinieri che li schiaffeggiano". Queste e molte altre le rilevazioni fatte da Fabrizio Gatti.
Il ministro degli Interni Pisanu si rifiuta di rispondere. In mattinata, venerdì stesso, dopo aver cercato di intervistarlo, invia all'Unità on line una dichiarazione a firma del suo portavoce, Luca Manotovani: "Non ho intenzione di rilasciare interviste alimentando speculazioni. Riferirò in Parlamento". Poi non riuscendo comunque a risparmiare un commento politico, aggiunge: "Quell'articolo è tanto infondato quanto calunnioso e colui che l'ha fatto ha commesso un reato, perseguibile a norma di legge".
Che avrebbe potuto avere problemi legali, Gatti ne era pienamente consapevole. "Non mi sarei imbarcato in un'esperienza così se non avessi valutato prima attentamente tutto", racconta il giornalista a l'Unità online. "Sono fermamente convinto che i giornalisti non debbano dissimulare la loro identità per fare il proprio mestiere, - replica a Pisanu il segretario nazionale della Federazione nazionale della stampa, Paolo Serventi Longhi.- Ritengo, però, che questo sia un caso diverso. Il ministro Pisanu ha impedito in ogni modo ai giornalisti di entrare nei cpt e testimoniare cosa avviene in questi centri. Per questo ringrazio Gatti dell'Espresso per lo straordinario lavoro di indagine realizzato che ha consentito di conoscere la sconvolgente realtà delle prevaricazioni esercitate ai danni degli immigrati".
"Sono certo che non tutte le forze di polizia addette al controllo di queste strutture siano responsabili delle violenze denunciate da Gatti -conclude Serventi Longhi.- Sicuramente le colpe sono di una minoranza, ma tutto questo doveva comunque essere denunciato. Se l'unico strumento per conoscere la verità è entrare con un travestimento in questi luoghi immondi, allora ciò rappresenta grande prova di professionalità e onore per la verità".
L'Unione non ci ha messo molto ad insorgere. Il Pdci chiede le dimissioni di Pisanu, i Ds vogliono che il ministro lunedì venga in Parlamento a riferire, idem i Verdi. Idem Rifondazione.
"Trovo assolutamente inaudito che un ministro neghi una realtà documentata - denuncia il senatore Ds, Nuccio Iovene - In realtà non vi è nulla di nuovo nelle cose raccontate dal giornalista dell'Espresso. Da tempo ormai associazioni e parlamentari denunciano uno stato di non diritto in queste strutture. Oggi però c'è una testimonianza concreta e non la si può ignorare".
"Chiediamo le dimissioni del sottosegretario agli Interni, Giampiero D'Alia, del Prefetto e del Questore di Agrigento - dice Giusto Catania, europarlamentare di Rifondazione, che era tra l'altro nella delegazione del 15 settembre- Oltre ad essere i responsabili del Cpa di Lampedusa, sono gli autori materiali del raggiro ai danni della delegazione ufficiale del Parlamento Europeo". Dello stesso parere anche Claudio Fava, europarlamentare diessino, anche lui nella delegazione che il 15 settembre ha ispezionato il centro. "Tutti coloro che si sono macchiati della responsabilità di aver coperto queste violazioni sono colpevoli - denuncia Fava - Anche Borghezio che ha parlato del Cpt come di un hotel a cinque stelle".
Anche l'Alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) in una nota ha espresso "profonda preoccupazione" dopo aver letto le rilevazioni di Gatti e ha chiesto al Governo italiano "un chiarimento" su quanto denunciato dal settimanale. "Più volte parlamentari e associazioni hanno parlato di violazioni di diritti umani nel centro - afferma la portavoce di Unhcr Italia, Laura Boldrini - ma oggi quello che desta profonda preoccupazione è quanto testimoniato da Gatti in merito al comportamento delle forze dell'ordine al danno di immigrati e richiedenti asilo". L'Alto Commissariato ha inviato una lettera al ministro degli Esteri Fini per chiedere che al più presto vengano fornite risposte adeguate a tutti questi quesiti.