La Procura della repubblica di Oristano ha aperto un'inchiesta per fare luce su un suicidio avvenuto ieri pomeriggio nella casa circondariale di piazza Manno. A farla finita è stato un detenuto di origini pugliesi, di 32 anni, che si trovava in carcere da alcuni mesi. È stato un agente della polizia penitenziaria a scoprire il tragico episodio poco prima delle 14. L'agente ha chiesto subito l'intervento del medico ma anche i disperati tentativi di rianimare il carcerato sono stati inutili. Secondo alcune indiscrezioni il giovane, che era sposato, si sarebbe tolto la vita impiccandosi alle sbarre con i legacci delle scarpe. L'allarme è scattato subito dopo la pausa pranzo.
Il giovane pugliese che era rinchiuso da solo nella sua cella ha messo in atto l'insano gesto proprio durante quella pausa, forse quando i controlli sono meno frequenti. Avrebbe annodato i lacci delle scarpe sino a realizzare una robusta funicella. Per mettere in atto il suicidio avrebbe utilizzato le sbarre della finestra a bocca di lupo che si affacciano proprio sulla piazza Manno. Lo ha trovato così, forse poco dopo, uno degli agenti di turno in quel momento che ha chiesto l'intervento del medico e del direttore del carcere.
Il medico non ha potuto fare niente se non dichiarare la morte dell'uomo per asfissia. Sul posto sono arrivati i carabinieri della compagnia di Oristano. I militari, coordinati dal capitano Fabio Innamorati, hanno effettuato i rilievi di legge e inviato un dettagliato rapporto alla Magistratura. Manca una conferma, ma pare che il giovane pugliese abbia lasciato una lettera, dove avrebbe scritto i motivi che lo hanno portato ad uccidersi. C'è stato un precedente nelle carceri di Oristano. Tre anni fa, circa, si uccise nello stesso modo, un giovane di Terralba. Era finito in carcere per aver quasi ucciso a colpi di bottiglia una anziana pensionata.